“A 30 anni dalla legge che mise al bando l’amianto in Italia solo lo 0,06% dei siti mappati ufficialmente è stato bonificato, i morti dovuti all’esposizione alla fibra killer sono in aumento e a questi si stanno aggiungendo i decessi di coloro che l’hanno inalata per contatto indiretto con gli indumenti portati in casa dai familiari operai.
E’, perciò, necessario considerare bonifica e smaltimento dell’amianto prioritari per ogni amministrazione e usare i fondi del Next Generation Europe per le attività di sorveglianza primaria.
E’ indispensabile procedere ad un riordino della normativa vigente creando un testo unico, che dia omogeneità e che preveda chiare specifiche per l’obbligo in carico ai Comuni di identificare ogni sito contenente amianto con segnaletica indicante pericolo di morte e per il sanzionamento delle Regioni che non stabiliscono e rispettano un cronoprogramma di mappatura e bonifica.
Occorre prevedere l’istituzione di un registro dei tumori da amianto distinto da quello già esistente dei mesoteliomi e modificare la L. 257/92 per consentire anche ai militari di avere accesso al pensionamento anticipato.
Particolare attenzione, infine, deve essere posta da parte delle Forze dell’Ordine ai territori dove è presente un’alta concentrazione di amianto, a causa di possibili infiltrazioni mafiose nell’iter di smaltimento, tenendo presente che molte volte il rifiuto pericoloso “sparisce” dal registro di carico e scarico per finire in cave abusive o sulla rotta di traffici illeciti verso l’Africa.”
Lo scrive in una nota Cinzia Pellegrino, coordinatore nazionale del dipartimento tutela vittime di Fratelli d’Italia, nel Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro e per le vittime dell’amianto.