“Gli accordi di coalizione sono giusti per chi crede nella democrazia dell’alternanza, ma devono essere fatti al primo turno, come accade nelle regioni. Perché ci devono essere sistemi elettorali diversi? È anche un antidoto per evitare che i sindaci vengano eletti dal 30% degli elettori, rischiando la delegittimazione”.
È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia in un’intervista rilasciata a La Stampa.
“Le elezioni europee ci sono state poche settimane fa, le abbiamo stravinte. Quello è lo specchio dell’Italia, a Roma si dice: «a chi tocca non s’ingrugna». Se qualcuno pensa di scambiare un sostanziale pareggio alle comunali con una specie di sgangherata rivincita è patetico”.
“Abbiamo strappato -dice- 4 capoluoghi di provincia alla sinistra, contro tre da parte avversa. E i ballottaggi non sono mai stati il terreno più fertile per noi, quindi nessuna preoccupazione “.
“Alle amministrative – aggiunge Rampelli- non siamo mai stati favoriti. È un campo su cui dobbiamo crescere ancora molto, particolarmente nelle città più grandi dove il centrodestra non ha ancora trovato la chiave giusta per emergere e governare bene. I numeri e la qualità del governo nazionale vanno velocemente declinati sugli enti locali che hanno il privilegio di trasformare le idee in azioni, casa per casa.
E poi c’è il deficit nelle zone della cosiddetta Ztl. Noi siamo culturalmente interclassisti e dobbiamo saper parlare alla borghesia come alle fasce sociali più deboli”.
“Al centrodestra – osserva il vicepresidente- vanno 24 dei 37 comuni al voto sopra i 15mila abitanti. A me sembra che non si potesse auspicare molto di più. Nelle comunità locali più contenute restiamo dominanti, sono le dimensioni ideali per vedere sviluppati i nostri valori più essenziali”
Sull’ipotesi di modificare il sistema dei ballottaggi aggiunge: “Non si capisce perché ci debbano essere due turni, consentendo ai partiti di ricattarsi tra un turno e l’altro chiedendo posti, assessorati, eccetera. Gli accordi di coalizione sono giusti per chi crede nella democrazia dell’alternanza, ma devono essere fatti al primo turno, come accade nelle regioni. Perché ci devono essere sistemi elettorali diversi? È anche un antidoto per evitare che i sindaci vengano eletti dal 30% degli elettori, rischiando la delegittimazione”.
Infine, un commento sull’autonomia differenziata e voto meridionale:
“La sinistra, complici alcuni media, ha fatto passare un messaggio falso. L’autonomia differenziata è stata introdotta in Costituzione dal Pd nel 2001, poi l’hanno sviluppata Gentiloni, Conte e Draghi. In assenza di una legge ordinaria si è creata la fila dei governatori che hanno contratto pre accordi con i governi centrali, di sinistra e di centrodestra. L’Italia si stava spaccando. Per fortuna -ha concluso Rampelli- il governo Meloni ci ha messo una pezza e ha vincolato l’autonomia differenziata a procedure severe, a un passaggio parlamentare obbligatorio e al rispetto dei livelli essenziali di prestazioni, fermando quella follia”.