Con Anatomia di un’ingiustizia. Il processo a Mario Landolfi (Guida Editori, 2024, prefazione di Alessandro Barbano), il giornalista e scrittore Luca Maurelli, caposervizio al Secolo d’Italia, firma un’opera che non è soltanto cronaca giudiziaria, ma anche denuncia politica e civile. È la storia di un uomo – l’ex ministro Mario Landolfi – che per sedici anni è stato trascinato in una odissea processuale capace di distruggere una carriera e infangare un nome, pur in assenza di prove solide sulle accuse più infamanti. Il libro ripercorre i passaggi più assurdi e paradossali del processo: i pentiti fragilissimi, le ricostruzioni contraddittorie, la graticola mediatica, la gogna politica, fino al colpo di scena finale. Landolfi rinuncia alla prescrizione, pur di vedere riconosciuta la sua innocenza, eppure la Cassazione nel dicembre 2023 conferma una condanna minima – due anni per corruzione legata a presunte ‘assunzioni di scambio’ nella sua roccaforte elettorale – che basta però a stroncarne la vita pubblica. Prosciolto dalle accuse più gravi (collusioni con i Casalesi, favoreggiamento, truffa), l’ex ministro si ritrova vittima di quella che appare come una sentenza-beffa. Luca Maurelli non si limita a ricostruire i fatti. Inserisce la vicenda Landolfi nel quadro più ampio di un sistema giudiziario che in Italia sembra ripetere sempre lo stesso copione: processi infiniti, giustizia a orologeria, carriere politiche distrutte non dalle prove ma dai sospetti. La prefazione di Alessandro Barbano aiuta a leggere questa storia come paradigma di un problema nazionale: quando la giustizia si fa politica, il rischio è che diventi strumento di vendetta anziché garanzia di verità. Per la destra italiana, il caso Landolfi non è un fatto isolato. È il simbolo di una stagione in cui intere generazioni di dirigenti sono state messe alla sbarra in processi mediatici prima ancora che giudiziari. Landolfi, deputato di lungo corso e ministro della Repubblica, diventa emblema di quella ‘damnatio memoriae’ che la magistratura e i media talvolta riservano a chi appartiene a un’area politica scomoda. Un uomo assolto dai reati più infamanti, ma comunque escluso dalla vita politica. Il valore del libro di Maurelli è duplice. Da un lato, c’è la ricostruzione precisa e documentata del ‘processo più pazzo del mondo’, come lui stesso lo definisce. Dall’altro, c’è l’analisi civile: la denuncia di un sistema da riformare, che tiene in ostaggio la politica e che la stessa politica, a volte, utilizza per regolare i propri conti interni. Qui emerge il tratto più militante dell’autore, che non nasconde lo sdegno ma lo trasforma in un racconto asciutto, diretto, con lo stile di chi conosce bene le dinamiche della giustizia e le storture del sistema mediatico. Il libro è organizzato in diciannove capitoli più un post scriptum, nei quali vengono evocati personaggi e situazioni al limite del grottesco: dal boss stragista amico d’infanzia ai pentiti smemorati, da Marco Pantani a Peppino Di Capri come presenze marginali nella trama, fino al magistrato più famoso d’Italia chiamato in difesa. Una narrazione che si legge quasi come un romanzo giudiziario, se non fosse che tutto è accaduto davvero. Perché leggerlo oggi? Perché la vicenda Landolfi è una lezione che va oltre il singolo caso. È un ammonimento a non considerare mai la giustizia come neutrale per definizione, ma come istituzione umana e fallibile, che necessita di riforme profonde per tornare al servizio della democrazia. È anche un richiamo alla destra: non si può abbassare la guardia. Ogni patriota dovrebbe leggere questo libro non solo per capire il caso Landolfi, ma per riflettere sulla fragilità dello Stato di diritto quando le logiche di fazione piegano le istituzioni. Scheda editoriale: – Titolo: Anatomia di un’ingiustizia. Il processo a Mario Landolfi – Autore: Luca Maurelli Prefazione: Alessandro Barbano – Editore: Guida Editori (Napoli) – Anno: 2024 – Prezzo: € 18,00 Pagine: 240 ca. – ISBN: 9791256316200 Redazione – La Voce del Patriota