Nuovi sfregi contro Sergio Ramelli, il diciottenne ucciso a Milano nel 1975 da un gruppo di Avanguardia operaia solo faceva parte del Fronte della Gioventù. A Sesto San Giovanni, nella notte tra il 5 e il 6 maggio, sono state posizionate delle feci sul cippo dedicato a Ramelli ed Enrico Pedenovi. “L’omaggio quotidiano a due fascisti” si legge sul cartoncino posto accanto agli escrementi. Il gesto vile e codardo sarebbe stato compiuto da una frequentatrice dei centri sociali. “L’ennesimo indegno oltraggio a un monumento dedicato a Sergio Ramelli ed Enrico Pedenovi non è solo un atto ignobile: è il segno che l’odio ideologico, quello che li ha assassinati, non è mai davvero scomparso. Chi infanga la memoria di due italiani uccisi per le loro idee dimostra quanto sia ancora necessario difendere la verità contro l’intolleranza. Ricordarli non è solo un dovere. È un gesto di giustizia verso la storia, che nessuna vigliaccheria potrà cancellare”, ha scritto sui social il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Altre feci buttate la scorsa notte
La vergogna però è continuata anche la scorsa notte, nuovi escrementi lasciati come ‘regalo’ sulla targa dedicata al giovane ucciso a colpi di chiave inglese. È il deputato di Fratelli d’Italia, Riccardo De Corato, a denunciare la follia: “Ci risiamo! La scorsa notte, alcuni compagni/e, si sono nuovamente accaniti contro la targa in memoria di Sergio Ramelli ed Enrico Pedenovi a Sesto San Giovanni, proprio il giorno stesso in cui, con i soldi dei cittadini sestesi, lo stesso monumento era stato fatto ripulire e ripristinare dal Comune. Poche ore fa, sulla targa, sono state buttate altre feci (in aggiunta a quelle dei giorni precedenti) e nei pali dello slargo sono stati affissi alcuni adesivi riferiti al Fascismo. E’ diventato oramai un accanimento morboso dei compagni che, ancora oggi, non si sono fatti una ragione del fatto che Sesto San Giovanni, ormai da diversi anni, non è più la Stalingrado d’Italia! Ora bisogna prendere provvedimenti immediati, onde evitare altri spiacevoli e tristi episodi. Occorre un presidio fisso h. 24 di Forze dell’Ordine in collaborazione con la Polizia Locale, in attesa di installare le telecamere che riprendano quello slargo”.
Gli sfregi alla memoria
Odio che non si placa, questi sono solo gli ultimi episodi di una serie di gesti inqualificabili contro la memoria di Ramelli. Tra gli altri, a Cassano d’Adda è stata fatta sparire la targa per intitolargli il Giardino della Biblioteca e a Milano è stata strappata dal muro, gettata a terra e poi vandalizzata anche la corona posta il 29 aprile davanti alla sua casa di via Paladini. Nel luogo dove 50 anni fa veniva sprangato a morte con una chiave inglese davanti agli occhi della mamma Anita dagli studenti di Medicina del servizio d’ordine di Avanguardia operaia.