Giorgio Almirante, il patriota che seppe immaginare il futuro

Giorgio Almirante ha lasciato un segno indelebile non solo nella storia della destra italiana ma sopratutto in quella di tutta l’Italia.

Il suo ricordo non si è mai spento:

Meloni, Almirante un Patriota. Onorata di essere a intitolazione strada.

Origini, studi e carriera di Almirante

Almirante nacque a Salsomaggiore, in provincia di Parma, il 27 giugno 1914.
Giorgio apparteneva ad una famiglia di attori e di patrioti. Visse i suoi primi anni seguendo la famiglia da una città all’altra, finché si stabilirono a Torino, e poté intraprendere studi regolari.
Almirante si iscrisse all’università nella Facoltà di Lettere a Roma e parallelamente intraprese la carriera di cronista presso “Il Tevere”, quotidiano fascista diretto da Telesio Interlandi.
Conseguita la laurea in lettere e l’abilitazione all’insegnamento di materie classiche, venne nominato caporedattore del quotidiano “Il Tevere”. L’unica esperienza che ripudiò completamente su la collaborazione con la rivista “La Difesa della razza” in cui lavorò come segretario di redazione.

L’epoca fascista

Cresciuto dunque in piena epoca fascista, militò nelle organizzazioni giovanili fasciste. Durante il regime assunse solamente la carica di fiduciario del GUF. Successivamente, come molti giornalisti italiani poi passati all’antifascismo, avrebbe confessato di essere stato un razzista e antisemita ma in buona fede e per motivi politici.
È noto che Almirante salvò dalla deportazione in Germania un suo amico ebreo con la sua famiglia, nascondendoli nella foresteria del ministero della Cultura popolare a Salò.

La seconda guerra mondiale

Scoppiata la seconda guerra mondiale Almirante venne richiamato alle armi come sottotenente, in Sardegna, per comandare un plotone di guardia alla costa. Almirante bramava partecipare attivamente alle operazioni di guerra e si offrì volontario per il fronte dell’Africa settentrionale. A conflitto finito, Giorgio ottenendo la croce di guerra al valor militare, tornato a Roma, riprese il suo posto di caporedattore del Tevere.

La vita politica

Nel 1948 Almirante, in seguito a una durissima campagna elettorale, entrò in Parlamento. Il Movimento sociale italiano (MSI), che rappresentava la continuità dell’ideale del fascismo repubblicano, ottenne il 2% dei voti. Almirante venne eletto segretario del MSI dopo i primi due congressi nazionali del partito.

Nel corso delle successive legislature della Repubblica, Almirante si distinse in numerose battaglie in Parlamento,  come quella contro l’attuazione dell’ordinamento regionale dello Stato. Altre battaglie in cui il suo contributo fu determinante furono ad esempio quella contro il divieto della ricostituzione del Partito fascista o contro la riforma elettorale maggioritaria di De Gasperi, in difesa dell’italianità di Trieste e dell’Alto Adige, contro la nazionalizzazione dell’energia elettrica e contro la riforma della scuola media.

Giorgio AlmiranteLa segreteria guidata da Almirante mira fin dall’inizio all’unità delle destre, trattando per questo scopo sia con i monarchici e sia con gli indipendenti di centro-destra. Le parole d’ordine che caratterizzarono la guida di Almirante al MSI sono: “alternativa al sistema”, “destra nazionale” dando vita all’idea della formazione di un “Fronte articolato anticomunista” con altre forze politiche.
Costituendo in questo modo l’embrione che di fatto darà vita alla Destra nazionale.

Il 22 maggio 1988, dopo mesi di sofferenze e di ricoveri Giorgio Almirante si spense nella clinica di Villa del Rosario.

Il ricordo di Almirante vive ancora

Oggi alle 19,30 alla basilica di Santa Maria in Montesanto (piazza del Popolo), a Roma si terrà la Messa in suo ricordo. 

giorgio Almirante e Caio MussoliniSui social e sul web riaffiorano le sue frasi più famose che risultano più attuali che mai:

«Una cosa che non farei di sicuro è quella di usare violenza di un avversario politico»

«La destra o è coraggio o non è, è libertà o non è, è nazione o non è, così vi dico adesso, la destra o è Europa o non è. E vi dico qualcosa di più: l’Europa o va a destra o non si fa.»

«Un ladro va messo in galera. Se il ladro è uno dei nostri deve avere l’ergastolo»

Giorgio Almirante

Oppure la frase che pronunciò Indro Montanelli dopo aver appreso la notizia della scomparsa di Almirante:
«Se n’è andato l’unico italiano al quale si poteva stringere la mano senza paura di sporcarsi».

Molti pubblicano foto storiche dei suoi comizi con migliaia di persone in piazza con la scritta: «Giorgio Almirante: un italiano vero».

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