“Quella degli appalti pubblici è l’ennesima riforma al ribasso, frutto di piccoli compromessi che non portano molto al nostro Paese”.
Lo dichiara in aula il senatore di Fratelli d’Italia Andrea de Bertoldi, segretario della Commissione Finanze di Palazzo Madama.
“Ancora oggi, di fatto – sottolinea de Bertoldi – nonostante la riforma dei contratti del 2016, le Commissioni continuano ad usare come criterio principale quello del massimo ribasso piuttosto che quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa introdotta nel 2016, a dimostrazione del fatto che la sinistra, al di là delle dichiarazioni di principio, non riesce mai a calare nella realtà ciò che dovrebbe realmente essere fatto”.
“Riteniamo poi assurdo – osserva de Bertoldi – che non si introduca nelle gare d’appalto un tetto minimo di prezzo, nell’ottica dell’equo compenso, di cui alla proposta di legge Meloni, affinché la qualità del lavoro mantenga standard adeguati, come peraltro recentemente richiesto dalla Fondazione Inarcassa”.
“Ci saremmo aspettati – conclude de Bertoldi – una maggiore attenzione da parte del governo su questo tema perché se molte imprese non riescono ad accedere alle gare, ciò è dovuto al fatto che molte aziende non risultano in regola con i pagamenti fiscali o previdenziali per colpa della stessa Pubblica amministrazione nei confronti della quale le imprese sono creditrici e vengono pagate in ritardo”.