Ancora tu? Ma non dovevamo rivederci più! Domenico Arcuri, in base ad una disposizione contenuta nella bozza del decreto Semplificazioni sarebbe stato nominato anche commissario per la ripartenza scolastica. Dovrebbe dunque occuparsi della fornitura di disinfettanti, mascherine e di ogni bene necessario all’ordinato avvio dell’anno scolastico, nonché di contenere e contrastare l’eventuale ulteriore emergenza nelle scuole. In base alla norma in questione, se dovesse essere confermata nel suo contenuto, Arcuri potrà provvedere “nel limite delle risorse assegnate allo scopo con Delibera del Consiglio dei Ministri a valere sul Fondo emergenze nazionali”, procedendo subito all’affidamento dei contratti.
In buona sostanza Arcuri commissaria la Azzolina a pochi giorni dal varo del decreto scuola comunicato con tanto di roboante conferenza stampa. Mentre il ministro si affanna a creare software innovativi per misurare i metri quadri delle scuole (forse non sa usare un foglio excel), Conte attribuisce al suo pupillo le competenze del ministero dell’istruzione… a suggello del totale fallimento delle politiche per la scuola messe in atto sino ad ora. Si rammenta che la gestione commissariale si utilizza in caso di emergenza e nel caso di specie l’unica emergenza che si registra, dato che la scuola è chiusa dal marzo scorso, è l’assenza di un ministro che si possa dire tale.
Ma in disparte l’evidenza del fallimento del ministro, si aggiunge al danno la beffa di veder ulteriormente confermato Domenico Arcuri, l’uomo che ha combinato disastri con le mascherine che, come il governatore di Milano durante la rivolta del pane di Manzoniana memoria, ha scaricato sui farmacisti la colpa dell’aumento dei prezzi, che ha espressamente chiesto di non porre limiti all’attività di esportazione di componenti per respiratori, che ha ripetutamente insultato i giornalisti non allineati. Lo stesso Arcuri che ha introdotto forzosamente Immuni, arrogandosi il diritto di definirla strumento necessario al contenimento del virus e che in una fase iniziale aveva addirittura paventato limitazioni alla mobilità per chi non l’avrebbe scaricata. Ad emergenza quasi finita, perché questo ci dicono i fatti e i provvedimenti di allentamento delle misure restrittive, quando pensavamo di esserci finalmente liberati del commissario che si aggira per l’Italia con fare da padreterno, il buon Conte ce lo ripropone, in un’altra salsa condito, ma la pietanza non cambia: boiardo di stato con un aura di intangibilità. Stavolta anche con mano libera non solo nello stabilire cosa sia necessario per la protezione dei nostri figli e cosa non lo sia, ma anche nel decidere come approvvigionarsi di quegli stessi beni… Mentre noi speravamo di non rivederlo più, o almeno (per mutuare una esternazione di Giuseppi) di risparmiarcelo fino alla prossima emergenza.