Arrestato a Milano potenziale terrorista islamico. Sui social minacciava il Premier e personaggi pubblici

Nella giornata di ieri, è stato arrestato un uomo marocchino di 28 anni dalla Polizia di stato, accusato di aver riportato sui social messaggi jihadisti sull’Islam. Il nome dell’indagato è Mohammed Tbitbi. Nel mirino del migrante, già noto alle forze dell’ordine per altri reati ed arrivato in Italia anni orsono, sono finite personalità pubbliche e politiche come: il Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, il Direttore di Libero, Daniele Capezzone e Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio. Il Giornalista citato in precedenza, aveva già denunciato alcune minacce ricevute da  questa persona sul suo profilo online. Le intimidazioni violente sarebbero state dirette anche alla famiglia di Capezzone. Sembrava essersi integrato dopo l’impegno in qualità di “mediatore culturale”, ma non è stato così. Forse questi traduttori bisognerebbe selezionarli un po’ meglio. Solo uno dei tanti casi che nel tempo hanno catturato l’attenzione della pubblica sicurezza, un pericolo da non sottovalutare data la portata dei social network nella realtà contemporanea. Il suo obiettivo potrebbe essere quello di tanti altri individui ora presenti sul territorio italiano, per questo non bisogna abbassare mai la guardia nei confronti di chi minaccia l’ordine pubblico.

Persino Giuseppe Conte, segretario del M5S, ha subito le stesse minacce di Giorgia Meloni da parte del Marocchino: ”Fra un mese, io vado spero per sempre. Siate pronti alla guerra”. Chissà se l’Avvocato del popolo sia riuscito a farsi due domande in merito allo schieramento in cui si trova ora. L’ostilità sarà forse dovuta al periodo in cui l’Ex Presidente del Consiglio decise di governare per un totale di 461 giorni con la Lega dal 2018 al 2019, legittimando le azioni di Matteo Salvini in materia di sbarchi. Tutto è possibile, ma di certo adesso anche i progressisti pentastellati dovranno farsi due domande sul caso. Ad ogni modo, chiunque riceva avvertimenti pericolosi, merita la giusta solidarietà umana, perché la nostra civiltà è differente anche se spesso messa a dura prova dalle follie di qualche politicante.

Sulle piattaforme web era solito riferirsi anche in forma generica a quelle che sarebbero potute diventare le sue vittime: ”Preparate le vostre teste ad essere tagliate, oh voi che aiutate il diavolo a sussurrare”. Deliri di un uomo diventato il veicolo del fondamentalismo islamico, nonché uno dei problemi peggiori nello scenario occidentale. Sapere quante persone come lui ci siano sul nostro territorio, sarebbe importante per comprendere quali contromisure adottare per prevenire ed arginare situazioni come la precedente. Una campagna d’odio come questa potrebbe malauguratamente attirare anche i giovani Italiani con false promesse e lavaggi del cervello indegni e privi di fondamento. Altro che risorse e rispetto laico delle loro tradizioni. Chi non ha rispetto per le leggi e per la vita umana non può e non deve assolutamente soggiornare in Italia, comportamenti simili non sono ammissibili. Chissà cosa avranno da dire a sinistra su questi tragici episodi, bisogna finirla di definirli come casi isolati, perché non lo sono. Sarà dunque meglio fare i conti con la verità ancor prima di essere inghiottiti dalla menzogna di un arricchimento culturale e teologico inesistente. Episodi come questo rendono l’idea di come l’Islam possa ideologizzare le persone fino a renderle schiave di una “fede” malata e contorta. 

Il clandestino ora in custodia aveva intensificato l’attività d’indottrinamento via social dopo gli attentati di Hamas, tanto che avrebbe prenotato un volo diretto in Giordania per il 20 settembre, mentre ad un amico avrebbe confessato: ”Prometto la malvagità che non hai mai visto nemmeno nei film”. Il messaggio è chiaro ed anche molto pericoloso, per fortuna il problema è stato preso in tempo, ora c’è solo da sperare che la giustizia faccia il suo corso. La questione si congiunge anche con la delinquenza comune di cui si sente parlare nelle trasmissioni televisive da anni: città del nord come Milano, sono diventate invivibili a causa del vandalismo e del modo in cui le istituzioni locali hanno gestito malamente il problema nel corso degli anni.  

È bene che vicende di questo tipo vengano trattate con la necessaria importanza anche mediaticamente, per dimostrare che il problema dell’Italia non è il razzismo, ma l’intolleranza di chi sovente arriva sul nostro suolo e pensa di poterne diventare il padrone con metodi degni di un tagliagole.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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