“A 24 ore dagli atti vandalici che hanno colpito la sede regionale del nostro partito, non posso che registrare un silenzio assordante da parte della sinistra, fatte alcune rare e meritevoli eccezioni. Silenzio certamente imbarazzante, e forse imbarazzato, che mi auguro non sia una giustificazione per quanto di gravissimo è successo”. Così il senatore e coordinatore veneto di Fratelli d’Italia Luca De Carlo all’indomani dell’attacco alla sede regionale del partito a Mestre. “A parte il consigliere comunale di Venezia Gianfranco Bettin, che ringrazio per la lettera inviata a tutti i suoi colleghi chiedendo una presa di posizione forte contro quanto accaduto, nessuno dalla sinistra ha ritenuto di inviare un messaggio di solidarietà. E sì che il mio numero di telefono lo hanno in tanti…”, rimarca De Carlo. “Oltre a chiedermi cosa sarebbe accaduto a parti invertite, e a pensare a quali grandi impegni ci potessero essere stati per gli esponenti locali della sinistra per non riuscire a dedicare trenta secondi a una telefonata o a un messaggio di condanna, vorrei capire se dobbiamo cominciare a temere per la nostra incolumità personale: il tentativo di effrazione e di entrare nella sede è conclamato, ma cosa si può trovare là dentro? Di certo non merce di valore, ma sicuramente i dati degli iscritti: nomi, cognomi, numeri di telefono, indirizzi… Oggi ricorrono i 50 anni della strage di Primavalle; dobbiamo avere paura di tornare a quei tempi? La paura di trovarci violenza e morte sulla porta di casa? È questo che il clima di accondiscendenza e di silenzio della sinistra verso certi mondi ha creato? Confido nel grande lavoro che stanno svolgendo le forze dell’ordine, ma mi auguro che l’opinione pubblica e le forze politiche fino ad oggi silenti si rendano conto della gravità e del pericolo di quanto accaduto e prendano una posizione netta di condanna. Ad oggi, ad esclusione del presidente Zaia, del sindaco Brugnaro, delle forze amiche e del consigliere Bettin che ancora ringrazio per la sensibilità, sento solo un vergognoso ed imbarazzante silenzio”.