Un rapporto dell’Organizzazione per il divieto delle armi chimiche (OPCW) relativo alle indagini sul presunto attacco chimico nella città siriana di Douma (Ghouta orientale) nell’aprile 2018 dimostrerebbe che le vittime non furono esposte al cloro come precedentemente dichiarato.
Sebastien Braha, capo di gabinetto dell’Opcw avrebbe richiesto che sia il rapporto tecnico, così come tutte le tracce di questo documento, venissero rimosse dall’archivio del registro dei documenti dell’organizzazione.
Lo rivela Wikileaks che ha pubblicato il quarto gruppo di documenti dell’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche relativo alle prove sul presunto attacco chimico.
RELEASE: OPCW-Douma Docs 4. Four leaked documents from the OPCW reveal that toxicologists ruled out deaths from chlorine exposure and a senior official ordered the deletion of the dissenting engineering report from OPCW’s internal repository of documents.https://t.co/ndK4sRikNk
— WikiLeaks (@wikileaks) 27 dicembre 2019
Infatti, entre il rapporto finale dell’Opac faceva intendere che il governo siriano fosse l’autore del presunto attacco chimico, negli ultimi mesi sono trapelati documenti e testimonianze di whisteblower che fanno supporre una possibile operazione di false flag da parte dei ribelli siriani che avrebbero compiuto la strage di Douma per poi lasciare che i media e i governi occidentali incolpassero Assad. Come effettivamente è avvenuto.
Damasco dal canto suo ha sempre respinto qualsiasi coinvolgimento, affermando che l’attacco è stata una messinscena organizzata dai ribelli siriani e dai membri dell’organizzazione non governativa dei Caschi Bianchi.