Augurano la morte a sua figlia: Meloni nel mirino dell’odio più vile

Arianna Meloni: barbarie contro mia nipote, quanto dobbiamo sopportare?

“Quanto ancora dobbiamo sopportare? Fin dove dobbiamo arrivare? Rispetto a questa ignobile barbarie, tutto lo sdegno possibile! La condanna sia unanime e forte. A mia sorella Giorgia e a mia nipote giunga il mio più affettuoso e protettivo abbraccio”. Così Arianna Meloni, sorella della premier, rompe il silenzio dopo che un post social ha augurato alla figlia della Presidente del Consiglio “la stessa sorte della ragazza di Afragola”, tragicamente uccisa pochi giorni fa.

È l’ennesimo passo oltre il limite, in un’Italia che da tempo ha smarrito il confine tra il dissenso politico e l’odio personale. Quando l’insulto si trasforma in maledizione, e l’avversario politico viene colpito nella carne viva dei suoi affetti, non siamo più nel confronto democratico, ma nella barbarie.

Il post ignobile: un riferimento diretto all’omicidio di Martina Carbonaro

A far esplodere l’indignazione è stato un post social in cui si augura alla figlia della Meloni la stessa tragica fine di Martina, 14enne uccisa ad Afragola. Un messaggio che, secondo quanto denunciato da Fratelli d’Italia, sarebbe stato pubblicato da un utente che si qualifica come dipendente del Ministero dell’Istruzione. A rilanciare l’indignazione è stato il creator Roberto Della Ragione, anch’egli impiegato del Miur, che ha segnalato pubblicamente l’accaduto.

La Russa: “Ripugnanti minacce, nessuna giustificazione possibile”

“Trovo ripugnanti le minacce indirizzate alla figlia del presidente del Consiglio. Esprimere odio verso una bambina è qualcosa di inaccettabile”, ha dichiarato Ignazio La Russa, presidente del Senato. “Bene ha fatto il ministro Valditara ad avviare le verifiche interne. Un forte e affettuoso abbraccio a Ginevra”.

Il ministro Valditara, da parte sua, ha promesso tolleranza zero: “Stiamo effettuando tutte le verifiche utili a individuare l’identità dell’autore di questo atto indegno. Le autorità preposte sapranno adottare provvedimenti esemplari”.

Schillaci, Roccella, Lancellotta: un fronte di condanna unanime

Il Ministro della Salute Schillaci ha parlato di parole “ripugnanti e vergognose”. Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, ha definito l’episodio “disumano e sfrontato”, aggiungendo: “Magari gli autori di post come questo sono gli stessi che ogni giorno vorrebbero impartirci lezioni di rispetto”.

Elisabetta Lancellotta (FdI), capogruppo in Commissione Femminicidio, ha sottolineato l’assurdità del gesto in un momento in cui i dati sulla violenza di genere sono in crescita: “Tolleranza zero nei confronti dell’autore del post”.

Trancassini e Musumeci: “Atto vile, disumano, inaccettabile”

Paolo Trancassini, deputato e Questore della Camera, ha parlato di “un gesto disumano” e ha chiesto una condanna unanime da parte di tutte le forze politiche. Nello Musumeci ha affermato che “questi delinquenti non hanno capito che simili intimidazioni rendono il Presidente ancora più determinato”.

Lupi (Noi Moderati): “Serve punizione esemplare”

Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, ha aggiunto: “Un gesto vile. A nome mio e del partito esprimiamo piena solidarietà alla premier. Serve individuare e punire l’autore di queste parole vergognose”.

Non è più tempo di solidarietà rituale

Se la critica politica è parte del gioco democratico, la maledizione contro i figli è segno che il gioco è stato distrutto. Oggi non è solo Giorgia Meloni a essere attaccata. È l’idea stessa di civiltà, di rispetto, di umanità condivisa. Chi insulta una bambina per colpire la madre ha perso ogni contatto con la realtà morale e sociale del vivere civile.

Non è più solo tempo di esprimere solidarietà. È il momento di una reazione politica, culturale e istituzionale che dica con forza: fin qui, e non oltre.

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