“Il taglio dei cipressi del Mausoleo di Augusto, la “corona di Augusto” è stato trattato come una mera incombenza burocratica. La soprintendenza di Roma, responsabile secondo il Primo Municipio della decisione, non avrebbe neppure informato gli uffici amministrativi del centro storico e – secondo quanto affermato dalla Presidente del Municipio Lorenza Bonaccorsi – la scelta sarebbe stata fatta a seguito delle analisi del Cnr. Gli alberi secolari e monumentali sarebbero stati giudicati malati e abbattuti senza alcun tentativo di curarli, destino comune a migliaia di pini mediterranei la cui eliminazione sta alterando il paesaggio e la stessa identità di Roma. Per la gioia di alcuni vivaisti di riferimento che incassano commesse milionarie mentre la capitale si pietrifica e perde la magia delle alberature lungo strade e viali, tanto invidiata dai tedeschi. Al loro posto arrivano i famigerati “zeppi spelacchiati”, molti dei quali si seccano ben prima di diventare (tra vent’anni) adulti.
Ma nel caso in specie la questione è più grave perché la corona di cipressi segati di netto da un’amministrazione ignorante e sconsiderata formava il cosiddetto ‘bosco sacro’, un elemento non estetico ma costitutivo del monumento stesso. Ne parla Strabone fin dai tempi antichi nei suoi saggi, geografo, storico e filosofo greco. Concezione rispettata da Muñoz nel 1938, ma non dai barbari di oggi.
Un intervento in un’area storicamente stratificata e quindi delicata che doveva essere gestita con una sensibilità degna di chi ama Roma e ne conosce la storia antica.
In nessun caso un monumento naturale che completa e sublima il Mausoleo di Augusto può essere trattato come fosse il giardino privato di un sovrintendente o di un ricercatore del Cnr, la memoria comune è di tutti. Se si devono abbattere il tempio di Venere, la Bocca della verità o il Bosco sacro, l’intera comunità nazionale deve saperlo e poter esprimere il suo giudizio. Quanto accaduto è gravissimo.
Per questo chiedo ai ministri dell’Università e della Ricerca Scientifica e al ministro della Cultura tutte le informazioni relative a questo ‘giallo’ che ha indignato il mondo intero per capire e nel caso sanzionare i responsabili di questa decisione.
Occorre che i burocrati, unitamente al sindaco di Roma, tengano presente per il futuro che le decisioni sui monumenti del centro storico non possono essere gestite come fossero segreti di Stato”. È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia