Auto. Barcaiuolo (FdI): Ue impone elettrico, ma tempi e modi da rivedere

“Serve un confronto urgente con l’Europa: i tempi e i modi che il Parlamento europeo ha ribadito ieri, e che, soprattutto, ci impone lo stop alla produzione delle autovetture endotermiche dal 2035, non coincidono con la realtà europea ma soprattutto con quella italiana. Con questi tempi e queste modalità c’è un rischio occupazione e un rischio lavoro”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Michele Barcaiuolo. Che aggiunge: “Quello dell’automotive è un mondo che funziona, in Italia. A dicembre 2022, secondo i dati Istat, la produzione dell’industria italiana nel suo insieme registrava una crescita del 13,5% rispetto a dicembre 2021, mentre nell’intero 2022 aumentava dell’1,7%. L’automotive produce ricchezza e da lavoro”. Secondo il senatore di FdI, “si chiede una riconversione delle nostre aziende in un tempo che per l’industria è brevissimo. E noi non abbiamo tutto questo tempo per riconvertire il nostro sistema industriale, perché siamo partiti tardi e perché sono stati fatti diversi errori in passato. Lapalissiano – prosegue – che si debba accelerare sugli investimenti, sulle nuove tecnologie, sugli stabilimenti, sulla filiera delle batterie elettriche, sulla realizzazione di colonnine elettriche: ma altrettanto chiaro è che siamo in estremo ritardo”. Barcaiuolo dunque conclude: “Benvenga l’elettrico, ma occorre prepararsi: in Italia ci sono 36mila punti di ricarica a fronte dei 90mila della più piccola Olanda. Negli anni passati si è fatto poco. Il full electric è ancora un lusso che solo in pochi si possono permettere: abbiamo il dovere di pensare a tutti, anche e soprattutto a chi non è ricco”.

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