Autonomia, Rampelli (FdI): messaggio di saluto all’on. Stefano Fassina

Per la presentazione del libro ‘Perché l’autonomia differenziata fa male anche al nord’

“Avrei desiderato essere con voi perché l’argomento è di sostanza e danza sulla punta degli anni che hanno visto centrodestra e centrosinistra lavorare per varare una riforma che desse maggiori poteri alle regioni senza intaccare il sacro principio dell’unità nazionale. Erano contrari i miei giudizi sui tentativi di accordo tra regioni e Stato centrale certificato dal Ministro Boccia con Presidente del Consiglio Draghi, su quelli formulati dal Ministro Stefani con Conte Presidente del Consiglio, ed erano contrari su quelli espletati dal Sottosegretario Bressa con Gentiloni Presidente del Consiglio. Così come oggi la riforma approvata dal Parlamento incontra l’ostilità dell’attuale opposizione”. È quanto scrive il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia in un messaggio a Stefano Fassina, già parlamentare della Repubblica, autore del saggio ‘Perché l’autonomia differenziata fa male anche al nord’ in corso di presentazione presso la sala del Refettorio della Camera.

“Nonostante l’assenza – ha precisato Rampelli- non voglio far mancare il mio incoraggiamento all’on. Fassina, parlamentare di spessore dalla profonda sensibilità politica ed economica con il quale abbiamo condiviso battaglie comuni. Essendo stato come me consigliere comunale di Roma ci siamo spesso ritrovati sulla stessa barricata seppur anche su temi inerenti la capitale.

“L’unica questione che mi preme sottolineare è che la riforma appena attuata è la diretta conseguenza dei cambiamenti del Titolo Quinto approvati quasi venticinque anni fa e che, come ampiamente dimostrato da tutti i partiti politici, dalla Corte Costituzionale, dai tribunali amministrativi, da docenti di diritto costituzionale, governatori, associazioni datoriali e investitori, hanno aumentato la conflittualità tra Stato centrale e Regioni” .

“L’ulteriore processo di trasferimento dei poteri alle Regioni – ha aggiunto- previsto all’art. 116 terzo comma non è stato normato talché nel corso delle legislature le Regioni hanno, seguendo modalità proprie, avviato referendum consultivi o richieste al governo in assenza di una cornice normativa che garantisse il processo dell’autonomia differenziata da una parte e la coesione nazionale dall’altra. Mi auguro che il giudizio che ciascuno di voi oggi esprimerà al riguardo tenga conto di questo vizio d’origine, il limite del Titolo Quinto da cui tutto è scaturito. Si poteva realizzare meglio? Al dibattito in corso e a quello referendario che seguirà l’ardua sentenza”.

“Certo dell’importanza di questa sfida – ha concluso il vicepresidente Rampelli – vi auguro buon lavoro, all’insegna di una sola stella polare: l’amore per l’Italia nell’unità indissolubile della nostra Nazione”

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