Avidita’ e mancanza di senso della misura: la gogna dei 600 euro

Non più tardi di 2 giorni fa è emerso che 5 deputati (3 Lega, 1 M5S e 1 IV, ma quest’ultima formazione politica ha smentito) avrebbero incassato il bonus INPS da 600€ destinato alle partite IVA ed ai lavoratori autonomi per contrastare gli effetti negativi del Covid – 19 sull’economia.

Chiariamo subito: la legge lo consentiva, non avendo previsto una esclusione per redditi superiori ad una certa soglia, per cui non è stato commesso nulla di illecito. Aggiungiamo: non sono solamente i 5 parlamentari le figure politiche nella penisola ad aver fatto richiesta del bonus.

Oltre a loro, vi sarebbero anche moltissimi consiglieri comunali, assessori, sindaci e consiglieri regionali. Proprio per questo occorre fare un distinguo, che parte dalla diversa remunerazione concessa a cariche politiche differenti.

Non può condannarsi un consigliere comunale, un assessore o un sindaco per aver fatto richiesta di tale bonus. Va bene che oggi va di moda urlare “piove, governo ladro”, ma nella quasi totalità dei casi l’attività di consigliere comunale, di assessore o di sindaco, nelle piccole località della penisola, è scarsamente retribuita: un consigliere comunale di un paesino con meno di 10mila anime, difficilmente in un mese supera i 100€ di gettone di presenza.

Per non parlare dei sindaci, che a fronte di uno stipendio – che è cosa diversa dal gettone di presenza erogato ai consiglieri – mettono la quasi totalità del loro tempo al servizio della collettività, spesso a fronte di cifre che non coprono minimamente i costi della loro attività: il mestiere – perché di mestiere vero e proprio si tratta – di sindaco è quasi sempre frutto di volontà di mettersi al servizio della propria città, con spesso più oneri che onori.

Diverso è il discorso per quanto attiene a consiglieri regionali, deputati e senatori. Per loro la gogna, a fronte di emolumenti nell’ordine dei 15mila euro lordi, oltre benefit vari e spesso ingiustificati, è sacrosanta. E non perché abbiano compiuto un atto illecito, come sottolineato.

Ma perché han peccato di ingordigia. Perchè non tutto ciò che è consentito dalla legge è giusto. Perchè non sempre ciò che è lecito è anche opportuno. Ed è qui il grande errore. Un errore di opportunità politica, per chi è cinico e comprende i meccanismi della macchina pubblica, una grave mancanza di etica, per chi ancora crede nei valori che dovrebbero muovere l’operato di chi si occupa della res publica.

Non si capisce, altrimenti, cosa possa portare chi, in un periodo di forti ristrettezze economiche per il Paese, vive ampiamente sopra la soglia dell’opulenza, a richiedere un bonus pensato per far fronte ai disagi ulteriori causati dal Covid – 19.

Ingordigia? Mancanza del buon senso a cui spesso si fa appello? Semplice menefreghismo?

Ma, chi scrive, è convinto che non serva questo discorso ad avallare un taglio scriteriato del numero dei parlamentari. Anzi. Questa vicenda ha mostrato quale è il vero mostro della politica: gli stipendi elevatissimi dei nostri rappresentanti, non il numero. Perchè tagliare il numero dei parlamentari comporta solamente una diminuzione della rappresentatività democratica, con la creazione di feudi – per pochi – e di zone del Paese non rappresentate – nella maggior parte dei casi. Tagliare lo stipendio, invece, e non falciarlo come vorrebbero i 5 stelle, che non comprendono i costi della politica, riporterebbe sulla Terra chi ormai si erge al di sopra delle umane sciagure.

Nel momento in cui il garante della privacy ha stabilito che è possibile fare nomi e cognomi di figure pubbliche che hanno richiesto un determinato sussidio economico, non violandosi in questo caso la legge e le garanzie personali alla luce della peculiare posizione ricoperta, ci aspettiamo azioni consequenziali. Da parte di tutti i coinvolti, nessun colore politico escluso.

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Nello Simonelli
Nello Simonelli
Nello Simonelli nasce ad Avezzano (AQ) il 26 novembre 1988. Sin da bambino interessato a tutto ciò che verte intorno al mondo del giornalismo e della scrittura, si laurea in giurisprudenza all’Università degli Studi di Teramo nel 2014, per poi dedicarsi ad attività che spaziano dal teatro alla dirigenza sportiva, dedicandosi ad ulteriori studi nel ramo del marketing e della comunicazione oltre che del diritto sportivo. Lavora presso lo Studio Legale Simonelli di Avezzano, è responsabile del circolo cittadino di Nazione Futura, scrive per diverse testate locali, nella Marsica ed in Abruzzo, e di approfondimento politico e sociale.

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