Balli o balletti?

La fenomenologia delle feste danzanti di paese è materia seria. Non proprio per tutti, insomma. Astenersi animi pavidi e scarsamente motivati. Di che cosa stiamo parlando? Si proceda con calma, a piccoli passi, al ritmo di una mazurka di periferia. La stagione estiva si avvia al suo culmine: sagre, feste di paese, momenti ludici e gioiosi, accompagnati da pittoresche e graziose orchestrine.

Il liscio la fa da padrone, mentre si sorseggia amabilmente una spuma fresca o si gusta il classico cornetto al cioccolato. Sguardi ammiccanti e amori che nascono: la vita esplode sulle piste da ballo di mezza Italia, raccontandoci di incontri che cambiano il corso degli eventi, almeno fino all’ultima settimana di agosto. Quest’anno, a grande richiesta, le affinità elettive, segnate da forsennate figure di danza, si protrarranno, di certo, fino al 25 settembre, data ultima per verificare le reali intenzioni delle giovini e inedite coppie. La passione per i lenti si trasferirà nei collegi uninominali, novelle balere in salsa multicolore?

Troveranno tutti un partner adeguato, un “compagno” con cui volteggiare tra le molteplici, e inderogabili, responsabilità? O il fronte comune si spezzerà in solipsismi individualistici, una volta calcati i tappeti rossi del potere? Non curarti del futuro che del domani non v’è certezza.

Brindiamo, libiamo nei lieti calici, che la bellezza infiora. Stringiamoci forte l’uno agli altri, arrestiamo il corteggiatore del cuore italico, salviamo lo Stivale dalle noiose ingerenze della democrazia. Staremo stretti e ci calpesteremo i piedi, ma ne sarà valsa la pena. Frasi e immagini struggenti dal mondo liberal e progressista.

Tutto giusto, ci mancherebbe. Ma che non venga dimenticato l’antico adagio platonico secondo cui “cantare bene e ballare bene significa essere ben educati”.

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Luca Bugada
Luca Bugada
Luca Bugada, dottore magistrale in filosofia e in scienze storiche, insegnante, collabora con diverse testate giornalistiche e scientifiche, promuovendo cultura e memoria del sapere. "Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare" (Lucio Anneo Seneca)

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