Basta con le grandi coalizioni in Europa

Friedrich Merz è il nuovo cancelliere della Repubblica federale tedesca ed è il primo capo di governo della Germania del dopoguerra a non essere stato eletto dal Bundestag al primo scrutinio e ad essere stato costretto ad affrontare una seconda votazione, rivelatasi poi risolutiva. Un primato non proprio entusiasmante, ma così è stato. Alla prima tornata il cancelliere della CDU è riuscito ad ottenere solo 310 voti a favore non raggiungendo la soglia della maggioranza necessaria di 316. La coalizione governativa di Merz, una nuova Grosse Koalition fra i democratico-cristiani della CDU e i socialdemocratici della SPD, contava, pallottoliere alla mano, su 328 voti perché tanti sono i seggi delle due formazioni insieme, ma 18 parlamentari della neonata maggioranza si sono trasformati in franchi tiratori.

Si ritiene che i 18 che hanno fatto mancare il loro voto a Merz siano socialdemocratici, ma anche tra le fila della CDU serpeggia un certo malcontento per questa ennesima grande coalizione che si è allargata alla sinistra sconfitta alle urne. È stato necessario ricorrere ad un accordo con i Verdi e la Linke, la sinistra estrema, per consentire l’elezione di Friedrich Merz, passato con 325 voti a favore, alla seconda votazione. Naturalmente, l’importanza dei rapporti fra partner europei e la correttezza istituzionale hanno portato tutti, incluso il Governo italiano, ad accogliere l’inizio dell’esecutivo del cancelliere Merz, ma la riedizione della Grosse Koalition in Germania parte piuttosto male. Chi ha governato sino all’altro ieri ed è stato punito dagli elettori, parliamo della SPD che ha subìto un’emorragia di voti alle ultime elezioni, viene cooptato nuovamente alla guida del Paese, e già questo rappresenta un’ipoteca sul futuro del governo Merz. Inoltre, la CDU, considerata anche come il polo dei conservatori in Germania, deve implorare l’aiuto delle sinistre radicali, Verdi e Linke, per riuscire a fare partire il proprio governo. I 18 franchi tiratori, con lo scherzetto organizzato al Bundestag, hanno voluto rendere evidente il malessere che riguarda due partiti in teoria alternativi fra loro, ma forzati a stare insieme.

L’avvio difficile del cancellierato di Friedrich Merz ci ricorda come gli esperimenti politici delle grandi coalizioni, delle maggioranze allargate ed innaturali, delle ammucchiate fra destra e sinistra, non siano destinati a funzionare e spesso cominciano male per poi concludersi peggio. È chiaro che i governi multicolore non possano realizzare grandi cose perché, per esempio, la destra non può essere sé stessa fino in fondo in quanto deve cercare di tenere buoni i partner momentanei di sinistra o centrosinistra.

In una democrazia matura le forze alternative hanno il dovere di collaborare in Parlamento di fronte a questioni strategiche e di supremo interesse nazionale, ma i ruoli devono rimanere ben distinti. L’allora opposizione di Fratelli d’Italia non esitò ad offrire il proprio contributo patriottico al Governo Draghi in merito alla guerra in Ucraina, ma rimase al suo posto senza coinvolgimenti ulteriori con l’esecutivo dell’ex governatore della BCE. Fratelli d’Italia, durante tutte le varie sperimentazioni politiche che si sono avvicendate da Mario Monti a Mario Draghi, è sempre rimasto alla opposizione con il parere, dimostratosi fondato, che le maggioranze variopinte facciano solo danni e siano inoltre lesive della sovranità popolare se usate per escludere con la forza qualcuno, come sta accadendo in Germania dove CDU e SPD provano di nuovo a convivere per cercare di tenere nel ghetto la AfD.

Le ammucchiate al governo non funzionano in nessuna parte d’Europa e un altro esempio ci è stato fornito di recente dalla Romania dove il governo del centrodestra del Partito Nazionale Liberale e della sinistra dei socialdemocratici è stato bocciato dal popolo rumeno, che ha premiato invece George Simion.

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Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

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