BCE lascia invariati i tassi di interesse al 4.50%: Lagarde, obiettivo inflazione 2%

La BCE ha lasciato invariato il costo ufficiale del credito, stando alle recenti informazioni

Secondo quanto riportato da una nota, dopo il termine della riunione del Consiglio direttivo della BCE : “le nuove informazioni hanno confermato sostanzialmente la sua valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine. A parte un effetto base al rialzo sull’inflazione complessiva legato all’energia, la tendenza al ribasso dell’inflazione di fondo è proseguita e i passati incrementi dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento. Le condizioni di finanziamento restrittive frenano la domanda, contribuendo al calo dell’inflazione”.

È ormai chiaro che uno degli obiettivi europei che coinvolge anche tutti gli stati membri, sia proprio la riduzione dell’inflazione, per investire sulle proprie attività nazionali e crescere anche a livello comunitario.

I tassi di interesse sui piani di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale, resteranno rispettivamente al 4,50%, 4,75% ed al 4,00%.

La nota procede nella spiegazione, come di seguito: “è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine. In base alla sua attuale valutazione, ritiene che i tassi di interesse di riferimento della Bce si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo. Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario”.

Chiaramente, la riunione ha tenuto conto anche delle future previsioni in ambito economico: “continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria”.

Bene il fatto che l’inflazione stia diminuendo, ma gli impedimenti dovuti alle crisi internazionali si intensificano: Russia e Ucraina, non sembrano avere l’intenzione di giungere ad un accordo, mentre sul versante israelo-palestinese, tutto il Medioriente sembra ormai essersi schierato anche contro l’intero Occidente.

Ad essere molto ottimista è il Presidente della BCE, Christine Lagarde, la quale ha recentemente affermato:” Siamo determinati a garantire che l’inflazione ritorni tempestivamente al nostro obiettivo di medio termine del 2%” e ancora “L’inflazione potrebbe calare più rapidamente se i prezzi energia proseguiranno la recente flessione”.

Sarà sicuramente difficile giungere a dei risultati soddisfacenti in pochissimo tempo, anche considerando le crisi geopolitiche di cui sopra; Ma una volta superata l’ora più buia, l’Europa potrà progettare nuovamente un futuro all’ insegna del sano sviluppo collettivo.

Nonostante le complicazioni, però, bisogna considerare che le potenzialità della nostra moneta sono piuttosto alte, così come le capacità produttive di tutti gli stati membri.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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