Benvenuto Papa Leone XIV

Ogni Conclave lascia dietro di sé un alone di mistero e non è mai prevedibile. Il mondo della informazione si affanna per giorni e giorni ad indicare la rosa dei nomi dei cosiddetti “papabili”, di quei cardinali ai quali vengono attribuite maggiori chance per salire al soglio pontificio, ma il toto-Papa giornalistico viene poi puntualmente smentito dall’arrivo al vertice massimo della Chiesa cattolica di eminenze quasi ignorate un attimo prima dai media.

Nel 2013 ben pochi pronosticavano l’elezione di Jorge Mario Bergoglio eppure giunse il Papa venuto dalla fine del mondo. Oggi, salutiamo ed accogliamo Papa Leone XIV, e, fra i tanti nomi di possibili successori di Pietro che sono circolati in questi giorni, non abbiamo notato quello del cardinale Robert Francis Prevost.

È un bene che la Chiesa segua il proprio cammino rimanendo, per così dire, sopra alle forzature mediatiche e alle strumentalizzazioni di coloro i quali vogliono i Pontefici costruiti su misura e dividono il Cristianesimo e il Cattolicesimo con le categorie spicciole della politica. Certo, anche il clero cattolico, dal sacerdote di periferia alle più alte gerarchie, è composto da sensibilità diverse ed è chiaro che un porporato in servizio in Africa o in altre realtà difficili viva una situazione ben differente rispetto ai suoi fratelli operanti in Europa e in Nord America, ma è riduttivo e fuorviante tagliare con l’accetta la Chiesa fra conservatori e progressisti.

Crediamo che Papa Leone XIV, proprio per la sua storia personale, sia comunque il Pontefice più adatto in questo tempo per unire la Chiesa a livello globale e favorire la coesione dell’Occidente. Prevost è il primo Papa statunitense della Storia, è nato a Chicago, ma ha servito a lungo in Perù. A metà degli anni Ottanta fu inviato a lavorare nella missione di Chulucanas, nella città peruviana di Piura. Tornato a Chicago nel 1999, viene di nuovo destinato in Perù, da Papa Francesco nel 2014, come amministratore apostolico della Diocesi di Chiclayo. Nel 2020 passa alla Diocesi di Callao e nel 2023 è prefetto del Dicastero per i vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina. Questa sua lunga esperienza di nordamericano in Sud America lo pone oggi come il Papa che unisce anzitutto le Americhe e costituisce un forte collante per i cattolici sia del centro che delle periferie del mondo.

Saprà, Leone XIV, essere il giusto portavoce di un messaggio cristiano universale che, con una forte carica spirituale, va oltre ai vari governi politici del pianeta e alle divisioni, diciamo così, iper-terrene. Del resto, il dovere della Chiesa è quello di pensare più allo Spirito che alla materia e di essere il buon Pastore che non preclude a parti del gregge la vicinanza e la sintonia con il Santo Padre.

Se è vero che la politica ed altri poteri laici diventano inopportuni quando tirano per l’abito talare i successori di Pietro a loro uso e consumo, è altrettanto vero che la Chiesa non debba e non possa offrire alibi ai fruitori della fede a tempo determinato, divenendo poi divisiva di fronte ai fedeli. Molto probabilmente, Papa Leone XIV eviterà di cadere in certi tranelli.

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Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

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