Bignami a La verità: “Sul Covid i magistrati si tapparono gli occhi e ora non collaborano”

Galeazzo Bignami, capogruppo di FdI alla Camera: Massimiliano Santini dice alla Verità che il sindaco di Pesaro Matteo Ricci conosceva il presunto sistema di affari e appalti su cui i magistrati indagano. Ricci parla di «fango e falsità». Cosa succederà?

«Il giudizio penale lo lasciamo ai giudici, ma il giudizio sulla qualità amministrativa è a dir poco disarmante. Ricci ha detto che non sapeva cosa stesse accadendo in città. Uno che si disinteressa di quanto gli passa sotto il naso, e che ha la capacità sistematica di scegliere collaboratori che combinano guai, non è un amministratore capace». 

Ma Conte lo appoggia. Stupito?

«Da avvocato del popolo Conte si è trasformato in avvocato del Pd. Forse perché sa che da quelle parti ha più clienti. Per il resto, il presunto rigore morale dei 5 stelle è solo l’ennesima foglia di Fico che cade. E dico “Fico”, con la maiuscola, perché è chiaro come l’oggetto del baratto sia la presidenza della Regione Campania». 

Ricci, Decaro, Lucano e Tridico. Sembra che tutti gli eletti a Strasburgo oggi siano aspiranti governatori. L’Europa è un parcheggio in attesa di fare carriera?

«Piuttosto, non vorrei che qualcuno usasse il seggio europeo solo per l’immunità. Nel caso di Ricci, da mesi i suoi colleghi europarlamentari lo danno come desaparecido. E questa è stata la peggiore truffa ai danni dei marchigiani: si è fatto eleggere, e poi in Europa non si è mai visto. Come dice De Luca, forse il problema vero era ricevere uno stipendio». 

Per la Schlein sul caso Almasri il premier è «eversivo» quando evoca un disegno politico dei magistrati. 

«La sinistra ci attacca sostenendo che abbiamo espulso Almasri per evitare un’ondata migratoria, ma evidentemente non hanno letto le carte. I servizi segreti hanno detto ai giudici che c’erano centinaia di italiani in Libia in pericolo. E ricordiamoci che erano i giorni immediatamente successivi alla liberazione di Cecilia Sala». 

Se c’era un interesse nazionale, non era meglio dirlo subito?

«Rimangono intatte tutte le anomalie sulla procedura messa in campo dalla Corte penale internazionale. A queste si aggiungono valutazioni sulla sicurezza nazionale che non spettano ai magistrati. Se i giudici avessero sentito il sottosegretario Mantovano, che si era reso disponibile per spiegare, avremmo potuto evitare risolverla subito». 

L’azione dei pm è una risposta alla riforma della giustizia?

«È sicuramente la risposta di alcuni giudici. Non penso sia un caso che la vicenda Almasri esploda poche ore dopo la protesta delle toghe per l’approvazione in prima lettura della riforma. Sventolavano la Costituzione dopo aver abbandonato clamorosamente la cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Una sincronia curiosa». 

Anche lei parla di «disegno»?

«Molti magistrati hanno un pensiero preminente: condizionare l’azione di Governo. C’è chi tra loro ha detto esplicitamente che il capo del Governo è “pericoloso”». 

Meloni sapeva tutto?

«L’Italietta in cui il premier scarica su altri le responsabilità è finita. Questo forse è uno dei tratti del Governo che i giudici si rifiutano di accettare. Meloni lo ha detto a chiare lettere, ha seguito tutta la vicenda con tutto il peso del capo del Governo». 

Il capo di gabinetto di Nordio, Giusi Bartolozzi, è al centro delle polemiche. È una vittima?

«Né una vittima, né una criminale. Solo un servitore dello Stato che ha fatto il suo dovere. Mi pare anche questo un avvertimento: chi non mette i bastoni tra le ruote al Governo, finirà nei guai». 

Se venisse colpita dalle indagini, le fornirete un qualche scudo?

«Lo scudo si renderebbe necessario se qualcuno decidesse di indagarla, spingendosi oltre. Sarebbe un’ulteriore ingerenza di alcuni giudici nella politica. Se accadesse, abbiamo diverse soluzioni a disposizione». 

Cambierete le regole per evitare altri interventi della magistratura che definite «sconfinamenti»?

«Se tutti rispettassero i propri ruoli non ci sarebbero sconfinamenti. Nel caso Almasri il procuratore Lo Voi in 72 ore ha ritenuto di spedire un avviso di garanzia più “voluto” che “dovuto”. Quando ho fatto un esposto sulla gestione del piano pandemico, infatti, non ho visto “atti dovuti”…». 

Anche nel caso della pandemia, si aspettava un «atto dovuto»?

«Lo sarebbe ancora oggi. In commissione di inchiesta sul Covid emergono scenari agghiaccianti. La magistratura non solo si è voltata dall’altra parte, ma è reticente nel consegnare i documenti richiesti dalla commissione». 

Speranza vendeva come «scientifici» i provvedimenti che gli esperti non condividevano?

«Speranza non ha avuto nemmeno il coraggio delle sue scelte, ha inventato la scusa che la scienza imponeva quelle scelte, ma in realtà i tecnici dicevano l’opposto. Bugie, da cui qualcuno ha tratto profitto. Sorprende che la magistratura, di fronte a questo spettacolo, si tappi occhi, orecchie e bocca».

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