È il giorno di apertura del Festival delle Regioni, ma è anche la vigilia del Consiglio dei ministri. I due temi si intrecciano: a Venezia il presidente Luca Zaia ribadisce la sua amarezza per lo stop al quarto mandato; a Roma l’esecutivo guidato dalla premier Giorgia Meloni potrebbe decidere di impugnare la legge del Trentino che consente la terza candidatura di Maurizio Fugatti. Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ne parla in Veneto a margine di un evento elettorale.
Perché quel tetto?
«Abbiamo fatto una scelta. Penso che Zaia sia una persona di grande qualità e valore, ma c’è una sentenza che va rispettata. Nella proposta di legge sul premierato abbiamo introdotto proprio il limite di due mandati e la Corte Costituzionale ha affermato che si tratta di un principio fondamentale. Se Zaia avesse voglia di venire in Emilia Romagna, basta che passi il Po, così ci porta un po’ di buon governo…».
Crede che sarà impugnata la norma trentina?
«Vista la sentenza della Consulta, ritengo che il limite debba essere applicato in tutte le Regioni. Salvo connotazioni specifiche di statuto speciale, che non mi pare ci siano, penso che l’impugnazione ne sia la logica conseguenza».
Questo comporterebbe il freno al tris di Massimiliano Fedriga in Friuli Venezia Giulia.
«Ne siamo consapevoli».
In Veneto come si risolverà la sfida nel centrodestra?
«Credo che sul metodo la cosa sia già abbastanza fluida. Non verrà fatta una scelta sulla base dell’appartenenza di partito, ma di ciò che il Veneto e i veneti reputano sia meglio. Bisogna scegliere il nome migliore, non in base alla casacca».
FdI però ci spera, o no?
«La cosa importante è trovare chi faccia bene. Fratelli d’Italia in Veneto ha il 35%, quindi è legittimo ascoltare chi ha un consenso così ampio e renderlo partecipe della scelta».
Deciderà il tavolo nazionale?
«Il Veneto ha una vocazione di forte autonomia. Ci sarà un dialogo paritario tra le forze politiche partendo dal territorio».
Le elezioni saranno entro sei mesi: è ora di accelerare?
«Il grosso del cronoprogramma è fatto: dopo tanti anni di buon governo in Veneto, chi verrà candidato dovrà solo proseguire. La fretta rischia di assecondare esigenze più di natura mediatica che di effettiva utilità. Chi verrà scelto, sarà chiamato a un lavoro di almeno 5 anni, per cui è bene prendersi il tempo necessario».
Raffaele Speranzon sarà candidato sindaco di Venezia?
«Ogni volta che parlo di Speranzon, sono in difficoltà, perché lo ammiro fin dal movimento giovanile. Dovunque Raffaele sta, fa bene; e dovunque non c’è, ne sentiamo la mancanza. Però manca ancora un anno: non bisognerà decidere troppo tardi, ma neanche troppo presto».
La premier Meloni sarà a Venezia martedì: c’è da rinsaldare il legame con il Veneto?
«Il rapporto è già saldo. Penso che il Veneto, connotato dalla cultura del fare, stia apprezzando molto il governo Meloni».