“Un atto di grave sciacallaggio politico. L’emblema del tipico cinismo della sinistra che specula sui morti e sulle tragedie per il proprio tornaconto personale”. Così Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ha replicato alle accuse lanciate da Nicola Fratoianni.
Il leader di Sinistra Italiana, in un’intervista a Fanpage, aveva infatti definito Giorgia Meloni e il governo italiano “complici del genocidio” a Gaza e dell’occupazione israeliana in Palestina, puntando il dito contro i voti espressi dall’Italia in sede internazionale. Bignami ha risposto senza giri di parole: “Il più infimo modo di concepire la politica è provare a fare ‘fatturato’ diffondendo menzogne e odio contro gli avversari. Vergogna”.
L’Italia e il Medio Oriente: la linea di Meloni
La polemica arriva in un momento delicatissimo. L’Italia, sotto la guida di Giorgia Meloni, ha scelto una linea di fermezza: difendere la sicurezza di Israele, democrazia sotto attacco, senza però rinunciare a sostenere la pace e la tutela dei civili. Una posizione in equilibrio tra l’alleanza con gli Stati Uniti e l’Unione Europea da un lato, e il dialogo con i Paesi arabi e africani dall’altro.
Definire questa postura “complicità in un genocidio” significa non solo capovolgere la realtà, ma anche indebolire la credibilità internazionale dell’Italia in un momento in cui il Mediterraneo allargato è al centro di tensioni geopolitiche e rischi di destabilizzazione.
La sinistra radicale e la politica dello scontro
Le parole di Fratoianni mostrano un copione ormai consueto: usare ogni tragedia internazionale per delegittimare il governo Meloni. È la stessa logica che porta i movimenti “pro-pal” e i gruppi “antifa” a trasformare le piazze in teatro di scontri e devastazioni, più che di solidarietà reale.
Il paradosso è evidente: mentre la sinistra radicale brandisce accuse estreme, la maggioranza degli italiani guarda con favore alla linea del governo, che difende gli interessi nazionali senza cedere a slogan ideologici.
L’Italia non si fa intimidire
Bignami ha dunque colto nel segno: quello di Fratoianni non è un contributo al dibattito, ma l’ennesimo tentativo di strumentalizzare il dolore altrui. In un momento in cui servirebbero responsabilità e visione strategica, la sinistra preferisce cavalcare l’odio.
Il governo Meloni, al contrario, continua a lavorare per mantenere saldo il ruolo dell’Italia nello scacchiere internazionale, rafforzando le alleanze e difendendo i cittadini. È questa la differenza sostanziale: da un lato la politica del rancore, dall’altro la politica della responsabilità.