Bilaterale Italia-Serbia: la via per rilanciare i Balcani passa da Roma

Nel mondo di oggi possiamo dire che sono due gli scenari che dominano il dibattito politico internazionale: il Medio Oriente e il conflitto russo-ucraino.
È però altrettanto importante non perdere di vista un’altra scacchiera decisiva, ovvero quella dei Balcani. Una regione che, fino agli anni ’90, è stata teatro di equilibri e crisi capaci di influenzare l’intera Europa- e non solo- e che oggi torna al centro dell’attenzione strategica di tutto il continente.

Il Governo di Giorgia Meloni, nonostante gli impegni internazionali su più fronti, sta lavorando senza sosta anche per affermare il ruolo dell’Italia nei Balcani Occidentali. Una presenza ferma, determinata e orientata a un obiettivo preciso: ricondurre l’area nell’alveo europeo, arginando e respingendo ogni tentativo di penetrazione da parte di Cina e Russia.

A riprova di ciò, il colloquio di ieri- 5 agosto- tra Giorgia Meloni e il Presidente serbo Aleksandar Vučić. Non una semplice visita istituzionale, ma una tappa di un cammino iniziato già dall’autunno 2022, quando il Governo italiano ha avviato una vera e propria iniziativa diplomatica nei Balcani. Dalle tre missioni del Vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani — fino al Business Forum del 31 gennaio — alla visita della stessa Meloni a Belgrado nel dicembre 2023, l’Italia ha dimostrato di non limitarsi alle parole.

Il concetto è chiaro e lo stesso premier lo ha ribadito in più occasioni: serve una “riunificazione balcanica”. Un concetto che racchiude non solo una azione sotto un profilo storico e culturale, ma una scelta strategica per la sicurezza, la prosperità e la stabilità dell’area.
La Serbia, in questo senso, è un tassello fondamentale, perché è un Paese chiave che sta dando prova di saper promuovere riforme, rafforzare la difesa comune, contrastare l’immigrazione illegale e potenziare gli scambi commerciali (ricordiamo che il suo percorso per l’adesione all’Ue prosegue dal 2014, dando notevoli frutti).

E l’Italia, da tempo, ha compreso quanto sia fondamentale puntare sui Balcani per ristabilire l’equilibrio a livello non solo locale, ma mondiale.
Una visione che è chiara da anni, tanto che in occasione della Conferenza “L’Italia e i Balcani Occidentali: crescita e integrazione” (tenutasi a gennaio 2023), il Governo italiano aveva ribadito come i Balcani non siano un problema periferico, ma una frontiera strategica per l’intera Europa.

Ecco dunque che, così come in Africa con il Piano Mattei, anche in questa zona la visione dell’Italia è chiara e lineare: favorire la riunificazione politica e culturale dei paesi balcanici con l’UE, spegnendo le sirene di Mosca e Pechino che tentano di attrarre a sé i Paesi della regione. Lavorando affinché siano davvero protetti i confini esterni dell’UE, e vi sia una leale e vera collaborazione in tema di sicurezza, gestione dei flussi migratori. Per raggiungere così, finalmente, una duratura stabilità politica.

In questa partita cruciale perciò possiamo dire che Roma è uno dei giocatori principali, capace di dialogare con tutti, esportando la propria visione per costruire la strada verso una nuova Europa, in cui i Balcani possano finalmente tornare a casa.

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