Diamo ormai per scontati gli strumenti del mondo moderno, ne usufruiamo ogni giorno e quasi non ci accorgiamo più di loro, pur utilizzandoli sempre, ma se essi vengono a mancare per qualche motivo non siamo più in grado di vivere. La Spagna, il Portogallo e pure la Francia meridionale, con il vasto blackout che ha riguardato la penisola iberica, si sono ritrovati da un momento all’altro letteralmente bloccati in tutto, con gli aerei e i treni fermi, i collegamenti telematici fuori uso e la viabilità stradale impazzita.
Se una Nazione intera, e qui si parla di due Paesi e la parte di un terzo, rimane senza corrente elettrica, si tratta di un impatto drammatico per la vita quotidiana delle persone. Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha affermato che sia necessario valutare tutte le ipotesi circa le cause scatenanti di questo pesante blackout, dal guasto tecnico al sabotaggio operato da hacker. Sanchez fa bene a non escludere nessuna pista perché, certo, un’avaria è possibilissima. Le macchine, anche le più grandi e sofisticate e le più monitorate, si rompono, ma il mondo contemporaneo, oltre alla inevitabile comparsa di problemi tecnici, vive nella cosiddetta era digitale nella quale sono state date numerose e belle opportunità all’uomo, (veloce metodo di comunicare con tutto il pianeta, se si vuole, maggiore scioltezza per il mondo del lavoro e degli affari, una informazione globale più rapida ed accessibile, e molto altro ancora).
E però, insieme ai tanti vantaggi, si sono presentate, soprattutto per le grandi aziende private con un profilo internazionale e gli apparati degli Stati, le minacce cibernetiche. In un passato nemmeno troppo lontano la criminalità organizzata catturava figli e familiari di persone facoltose o ritenute tali per esigere poi riscatti milionari ed oggi, quella che un tempo veniva definita come l’Anonima sequestri, sembra invece scomparsa. Nell’era digitale, operano altri tipi di banditi, senza più coppola e lupara, i quali, seduti davanti ad un computer, rubano e rendono inutilizzabili i dati sensibili, ormai presenti solo più sul piano informatico, di aziende private ed Enti pubblici, e chiedono soldi, come faceva l’Anonima, alle loro vittime in cambio di un ritorno alla normalità. Vi sono poi gli hacker di un livello ancora superiore, ovvero, coloro i quali, in forma organizzata, agiscono a livello politico, militare e strategico, attaccando le infrastrutture che forniscono servizi pubblici cruciali e gli eserciti, per conto di potenze e regimi.
La Russia e la Cina dispongono di esperti in questo settore e hanno già dimostrato di saper colpire in tal senso. Proprio il premier socialista spagnolo Pedro Sanchez si è distinto per volere essere uno dei capi di governo europei più vicini alla Cina, visto che, in piena tempesta commerciale causata dai dazi americani e dalla minaccia di contro dazi UE, si è subito recato a Pechino ad ossequiare Xi Jinping in funzione anti-Trump.
Ma alla Repubblica popolare cinese il servilismo ideologico di Sanchez può interessare fino ad un certo punto e non si può escludere che la freddezza di Xi abbia voluto comunque colpire la Spagna e il Portogallo per fare sapere, non tanto a Madrid o a Lisbona, ma a Washington, che continua a tenere in tensione l’economia cinese con il nuovo rigore commerciale, di cosa è capace il Dragone. Sanchez, nel suo fervore filo-cinese simile a quello del nostro Giuseppe Conte, è ancora convinto di avere fatto la scelta giusta e di avere servito l’interesse nazionale del suo Paese nel precipitarsi ad abbracciare Xi Jinping?