Boldrini assolve Landini e accusa Meloni: il femminismo a senso unico della sinistra

Il centrosinistra italiano targato Schlein-Conte è strano. Spesso, soprattutto i vertici del Nazareno, preferiscono tacere sulle questioni più spinose. Il fair play istituzionale da quando Schlein è diventata segretaria è completamente sparito, a maggior ragione quando le polemiche riguardano esponenti di centrodestra. Alla doppia morale della sinistra siamo abituati da tempo. Ora, però, non soltanto colpisce le donne di destra ma arriva proprio dalle donne di sinistra. Mi spiego meglio.

Ricordate quando al ministro Eugenio Roccella fu impedito di parlare agli Stati Generali della Natalità da una decina di femministe liceali dei centri sociali? Schlein e compagnia cantante rivendicarono quella zione di protesta come libera espressione del diritto di dissenso. Nessuna censura perché la censura parte dal potere e arriva al popolo, mentre il dissenso è la modalità con cui il popolo protesta contro il potere. Ebbene, oggi questa doppia morale si ripete. Laura Boldrini, la massima espressione del femminismo dem radical-chic, ha difeso a spada tratta Maurizio Landini sostenendo che “in questo caso ci sia stato un grande equivoco” e che, insomma, era la Meloni a fare la vittima.

“Ascoltando per intero l’intervento di Landini è chiaro che il segretario volesse dire che Meloni fa parte della corte di Donald Trump, come se stesse usando quel termine al maschile e non al femminile”, ha spiegato a Repubblica l’ex presidente della Camera convinta che, in fondo, “cortigiana” sia solo la versione femminile di “cortigiano”. Inutile dire che, ovviamente, se un termine del genere lo avesse usato Matteo Salvini, il generale Vannacci o il presidente La Russa nei confronti della Schlein o della stessa Boldrini sarebbe scoppiato il finimondo. A Giorgia Meloni, invece, è lecito rivolgere qualsiasi epiteto.

E così, nel giorno in cui le agenzie sono inondate di dichiarazioni di solidarietà nei confronti del giornalista Rai Sigfrido Ranucci da parte dei parlamentari di centrodestra, c’è persino chi si lamenta. No, cari sinistroidi, solidarizzare con gli avversari politici non è ipocrisia, ma bon-ton istituzionale che a sinistra si è completamente perso. Eppure, sarebbe bastato così poco. Sarebbe bastato che Landini avesse chiesto scusa e che le femministe del Pd, una volta tanto, avessero detto chiaramente che usare un termine sessista è sempre sbagliato a prescindere da chi sia la vittima. E, invece, no. Per Boldrini, la maggioranza di centrodestra “fa vittimismo”. Ecco, questa sì che è ipocrisia a buon mercato.

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