“La combinazione di alta dipendenza dal gas, mancanza di energia nucleare, costi di rete elevati, investimenti per le rinnovabili, comporta che l’energia elettrica in Italia sia tra le più care d’Europa. Sul nucleare di nuova generazione decideranno gli italiani, ma per il presente, I’ unica vera risposta strategica è puntare sulla fonte rinnovabile, assolutamente decarbonizzata, che secondo un rapporto dell’Agenzia Internazionale per I’ Energia, nel 2020 questa tecnologia ha fornito un sesto della produzione mondiale di elettricità con quasi 4.500 TWh (in assoluto la terza fonte dopo carbone e gas naturale), il 55% in più rispetto al nucleare, attraverso una potenza impegnata di 1.330 GW. Si tratta della più grande fonte mondiale di energia pulita che produce più di tutte le altre fonti rinnovabili messe assieme (eolico, solare fotovoltaico, bioenergia e geotermico). Stiamo parlando di generazione idroelettrica. Anche se l’idroelettrico italiano è già ampiamente sfruttato, migliorare le centrali esistenti, investire nel pompaggio e ottimizzare la gestione dell’acqua può aumentare la produzione senza costruire nuovi grandi impianti, riducendo l’impatto ambientale e migliorando la sicurezza energetica nazionale. Gli investimenti in idroelettrico però sono fermi da qualche anno poiché qualcuno sciaguratamente inserì nel PNRR l’obbligo di mettere a gara europea le concessioni di derivazione delle centrali – molte concessioni sono scadute e moltissime sono in scadenza. L’incertezza sul futuro delle concessioni ha bloccato gli investimenti e anche lo sviluppo di nuove centrali idroelettriche. Parimenti qualcuno, dopo decenni di rinvii, ha messo come milestone nel PNRR la liberalizzazione del mercato dell’energia, senza prevedere meccanismi di progressivo passaggio da un mercato tutelato a un mercato completamente libero a partire da gennaio 2024 per il gas e da luglio 2024 per l’elettrico. Oggi, a seguito di queste scelte, ci troviamo in piena fase di mercato selvaggio con aggressione dei consumatori, cartelli delle aziende di vendita di energia, e mercato del gas e dell’elettricità esposto alla speculazione. Quel qualcuno sono stati i governi Conte e Draghi che, per ottenere il grande prestito che va sotto l’altisonante nome di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, hanno aperto a questa riforma del mercato dell’energia che probabilmente, poiché sono fiducioso nel mercato, porterà a benefici per i consumatori nei prossimi anni, ma che ci vede ora in balìa della tempesta. Tuttavia, questo governo è sempre intervenuto a sostegno delle fasce più deboli della popolazione e delle imprese per salvaguardarne la competitività e come già annunciato sta lavorando a delle soluzioni correttive di queste distorsioni di mercato con un decreto che a giorni arriverà in Consiglio dei ministri”. Lo ha dichiarato il deputato di Fratelli d’Italia Massimo Milani intervenendo in Aula alla Camera sulla discussione generale della mozione Cappelletti ed altri n. 1-00390 concernente iniziative per contrastare il rincaro dei costi dell’energia per famiglie e imprese