“Le inchiesta su i colossi del digitale dimostrano sempre di più su quali principi si basino queste attività: sfruttamento dei lavoratori per Amazon, contratti capestro per gli operatori della ricettività delle strutture alberghiere ed extra-alberghiere nel caso di Booking. Entrambi hanno dimostrato una spregiudicatezza di mercato e un’aggressività approfittando anche dei vuoti normativi dell’Italia e dell’Europa. Di questo vuoto sia Amazon sia Booking hanno tratto vantaggio sbaragliando la concorrenza del commercio al dettaglio e dell’economia turistica che ha subito a causa delle Ota (on line travel agency) la più grossa speculazione ai danni degli operatori turistici tutti: dalle agenzie di viaggio, agli alberghi, dai b&b agli agriturismo. Non solo hanno penalizzato il settore chiedendo commissioni da ‘usurai’ (non sarebbe il caso di imporre un limite alle percentuali come da proposta di legge a firma del collega Riccardo Zucconi?) ma avrebbero anche evaso l’Iva. La magistratura faccia il suo corso ma ci auguriamo che l’Agenzia delle Entrate non trovi accordi bonari con questo colosso digitale del turismo che in Italia ha trovato l’Eldorado”. E’ quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.