BR. Speranzon (FdI): perché ancora nessun provvedimento contro la Di Cesare? Dopo contestazione Parenzo La Sapienza non può ‘fare spallucce’

“La contestazione nei confronti di David Parenzo, l’ultima in ordine temporale ma nemmeno la più famosa visto il precedente del 2007 quando addirittura a Papa Benedetto XVI fu impedito di parlare, ci pone dinanzi all’interrogativo se esista un problema La Sapienza. Infatti, è inconcepibile che in quello che dovrebbe essere il tempio per eccellenza del rispetto della libertà, della democrazia e delle idee e opinioni altrui si trasformi nella fucina dell’intolleranza, della violenza sia fisica e sia verbale, e della sopraffazione. Peraltro, continuiamo a registrare un colpevole silenzio sulla vicenda Di Cesare, la professoressa che ha salutato via social con ‘malinconia’ la morte della brigatista, mai pentita, Balzerani ricordando che ‘la sua rivoluzione è stata anche la mia’. La professoressa continua ad insegnare, a far lezione agli studenti, come se nulla fosse accaduto nel totale disprezzo dei lutti e delle sofferenze che quella folle ‘rivoluzione’, che la Di Cesare considera anche sua, portò all’Italia intera. Anche l’Associazione nazionale funzionari di polizia ieri ha stigmatizzato duramente le parole della Di Cesare chiedendo rispetto per ‘le vittime degli anni di piombo’ e di ricordare ‘i suoi colleghi uccisi dalle Br’. Continuo a ritenere che La Sapienza debba prendere provvedimenti esemplari verso la Di Cesare, che non sia possibile ‘fare spallucce’ su quanto accaduto, e questo a maggior ragione dopo l’ultimo episodio di intolleranza che ha visto coinvolto Parenzo. E’ necessario fugare qualsiasi dubbio di una possibile benevolenza all’interno delle nostre Università verso certe idee e atteggiamenti”.

Lo dichiara il vicepresidente vicario di Fratelli d’Italia, Raffaele Speranzon.

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