Bronzi San Casciano. Rossi (FdI): “Con il ministro Giuli, la cultura torna protagonista anche a Grosseto”

«Grazie al lavoro e alla visione del ministro della Cultura Alessandro Giuli, Grosseto torna ad essere un punto di riferimento per la valorizzazione del patrimonio archeologico e per la promozione della conoscenza». È quanto dichiara Fabrizio Rossi, deputato grossetano di Fratelli d’Italia commentando l’iniziativa annuncio fatto dal Ministero della Cultura che prevede l’apertura straordinaria al pubblico del laboratorio di restauro archeologico della Soprintendenza di Grosseto, dove sono in corso i lavori sui celebri Bronzi di San Casciano.

«È un progetto di altissimo valore culturale e formativo – sottolinea Rossi – che consente ai cittadini e ai visitatori di assistere da vicino alle fasi di restauro e di studio di reperti unici, scoprendo cosa accade dietro le quinte dell’archeologia. È un modo concreto per avvicinare il grande pubblico alla ricerca e alla tutela, restituendo alla cultura la sua dimensione viva, partecipata e moderna».

L’iniziativa, fortemente sostenuta dal ministro Giuli, prevede aperture straordinarie del laboratorio situato nella sede della SABAP di via Mazzini a Grosseto nelle giornate del 9, 10, 11, 16, 17 e 18 ottobre, durante le quali sarà possibile visitare gli spazi, osservare i restauratori all’opera e ammirare da vicino i Bronzi di San Casciano nelle tre diverse fasi di lavorazione: studio, restauro e post-intervento.

«La decisione del Ministero – prosegue Rossi – dimostra grande attenzione per la Toscana e per la provincia di Grosseto, riconoscendo al nostro territorio un ruolo centrale nella conservazione e nella valorizzazione del patrimonio storico e artistico. Con iniziative come questa, il governo Meloni conferma di credere nella cultura come motore di crescita, identità e consapevolezza nazionale».

«Un ringraziamento – conclude Rossi – va al ministro Giuli, al soprintendente Gabriele Nannetti e a tutti i professionisti che ogni giorno, con passione e competenza, custodiscono e rendono accessibile la nostra memoria collettiva. Il laboratorio di Grosseto diventa così una finestra aperta sulla bellezza e sulla conoscenza, nel segno di un’Italia che riscopre e valorizza le proprie radici».

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