Btp, l’Italia sorprende gli economisti e supera i risultati di Germania e Francia

I titoli di Stato italiani sono fondamentalmente in ripresa da più di un anno: le famiglie sono tornate a investire sul debito italiano, la cui fetta nelle mani dei cittadini è andata via via aumentando di volume negli ultimi mesi, segnale di una crescita esponenziale della fiducia degli elettori nei confronti del governo Meloni.

In realtà, oltre a ciò che i dati, comunque inopinabili, ci dicono, le buone sensazioni sullo stato della finanza italiana arrivano anche da fonti autorevoli, direttamente dalla Banca centrale europea. Secondo Isabel Schnabel, uno dei membri dell’esecutivo della banca, infatti, l’Italia rientra a pieno nella fase ascendente del Sud europeo soprattutto sul fronte dell’occupazione. Non c’era alcun dubbio, l’Italia in questo è tra le prime Nazioni del continente: “Il numero di persone occupate – ha detto la tedesca – si è espanso di più di un milione di unità a partire dal 2022, supportato da consumi privati e fiducia”.

È dunque tutto un concatenarsi di stimoli e risposte positive, a partire dalle politiche di un governo che ha scelto la strada della detassazione specialmente per le famiglie meno abbienti: meno tasse vuol dire far aumentare il reddito reale, permettendo così di sostenere il peso dell’inflazione; in questo modo aumenta la spesa e l’economia gira; gli incentivi sulle assunzioni portano a nuovi posti di lavoro, che fanno crescere il prodotto interno lordo portando così ottimismo sullo stato di salute italiano; arrivano in questo modo investimenti e credibilità, e i titoli di Stato assumono maggiore valore e sicurezza.

Btp italiani meglio di Oat francesi e Bund tedeschi

Questo, in breve, nelle parole di Giada Giani, economista di Citi, casa di investimenti americana: “Lo stimolo fiscale rilevante del 2021-2023 ha spinto il Pil italiano su un percorso migliore”, cosicché “la crescita dei posti di lavoro e i livelli occupazionali record implicano che le entrate in rapporto al Pil sono strutturalmente più alte rispetto al passato”. Da qui ne deriva che “i titoli di Stato italiani hanno beneficiato del fatto che sono un’alternativa valida a livello di offerta e liquidità rispetto agli Oat francesi senza preoccupazioni politiche e fiscali immediate”.

È un’Italia, dunque, che fa meglio dei suoi diretti competitors. Lo spread tra Btp italiani a 10 anni e Bund tedeschi in riferimento al medesimo periodo è ormai stabile intorno ai 130 punti, in pratica dimezzato rispetto ad alcuni mesi fa. Con riferimento a Parigi, inoltre, Roma è riuscita a rivedere al ribasso il proprio deficit, ora al 3,8% rispetto al 4,3% di inizio anno, dunque prevedendo di chiudere la procedura d’infrazione con l’Unione europea in due anni, mentre la Francia è ferma a cinque anni. L’attesa adesso è per il parere delle agenzie di rating, con le nuove valutazioni che verranno fatte sull’Italia da S and P e da Fitch il prossimo 18 ottobre, che potrebbero ancora una volta sorridere alla nostra Nazione.

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