“Purtroppo l’incapacità amministrativa non va in quarantena: così può capitare che nel Comune di Torino per assurdo anche John Elkann possa fare domanda dei buoni spesa immaginati per contrastare la crisi di reddito da emergenza coronavirus. L’amministrazione pentastellata del Sindaco Appendino ha, infatti, inserito come unico requisito per accedere ai buoni spesa la perdita o riduzione del lavoro e la sospensione dell’attività, senza prevedere alcun paletto anti furbetti che accerti la presenza di un reale stato di necessità” segnalano Augusta Montaruli, parlamentare di Fratelli d’Italia, e Maurizio Marrone, capogruppo FDI in Regione Piemonte, che ricordano: “Giorgia Meloni aveva proposto un accredito immediato di 1000 euro a tutte le famiglie in crisi economica, ma prevedendo il requisito di un valore complessivo dei depositi presenti sulla totalità dei conti correnti bancari e postali intestati ai componenti del nucleo familiare e degli strumenti finanziari dagli stessi posseduti/sottoscritti, non superiore a 2.000 euro, accresciuto di 1.000 euro per ogni componente il nucleo familiare successivo al primo.
Aver lasciato invece carta bianca ai Sindaci porta al paradosso torinese per cui, se un domani la polizia municipale incappasse con i controlli a campione in persone più che benestanti che hanno beneficiato dei buoni spesa, queste potrebbero benissimo cavarsela senza aver nemmeno mentito”.