Campania, la trincea del Generale Cirielli: la sfida al “sistema delle fritture di pesce”

In Campania non si gioca una semplice tornata amministrativa: si misura la possibilità concreta di archiviare un decennio di potere deluchiano e di riportare il buongoverno nel cuore del Mezzogiorno. Il bersaglio è chiaro: dieci anni di gestione deluchiana tra burocrazia e clientele, con la sanità regionale come epicentro del dissesto. Nelle sue ultime dichiarazioni, Cirielli nella sua prima conferenza stampa da candidato del centrodestra alla Presidenza della Regione Campania, afferma che sulla sanità «non partiamo da zero… ma da sottozero», invertendo il frame autoassolutorio del centrosinistra e legando la parola d’ordine della campagna alla ricostruzione del servizio pubblico . Sul fronte Terra dei Fuochi, rivendica che gli unici progressi recenti sono arrivati da provvedimenti del governo Meloni.

De Luca, prima di finire coperto da Elly Schlein e Giuseppe Conte con una foglia di Fico, ha fissato le elezioni per domenica 23 e lunedì 24 novembre 2025: una scelta che mette il conto alla rovescia su un territorio strategico per il radicamento della destra di governo nel Sud. La posta politica è evidente: consolidare la mappa amministrativa del centrodestra e chiudere una stagione segnata da burocrazia pesante, sanità in sofferenza e fratture territoriali.

Nocerino, classe 1964, formazione militare (Nunziatella) e carriera nell’Arma dei Carabinieri fino al grado di generale di brigata in congedo, Cirielli vanta un curriculum che incrocia amministrazione locale (già presidente della Provincia di Salerno), cinque legislature alla Camera e l’incarico di vice ministro degli Esteri. È una figura che unisce radicamento territoriale e esperienza istituzionale, e che FdI ha scelto come volto del cambiamento campano.

Il quadro politico: “Possibile ribaltone”

Sul piano politico, il candidato del centrodestra ha definito la partita «aperta» e ha parlato senza esitazioni di «possibilità di un grande ribaltone».
I sondaggi restano incerti, ma il punto per Cirielli è il clima sociale: «La gente è stanca di un potere che non cambia mai».
Ha poi precisato che questa non è una sfida di Governo, ma una questione di responsabilità: «Se perdo io non perde il Governo Meloni; ma se perde il centrosinistra, Elly Schlein dovrebbe dimettersi».
Un ribaltamento retorico e politico che rovescia la narrazione del centrosinistra e mette la leader dem e Giuseppe Conte di fronte alla responsabilità della loro alleanza con l’apparato deluchiano.

Il clientelismo deluchiano e la “foglia di Fico”: il centrosinistra prova a coprire il vuoto con la retorica grillina

Il sistema che negli ultimi dieci anni ha governato la Campania sotto la guida di Vincenzo De Luca può essere descritto come un intreccio di consorterie, gestione discrezionale delle risorse e relazioni politiche localistiche — ovvero, clientelismo istituzionale. Il centrosinistra ha tentato di presentare la candidatura di Roberto Fico come opzione “nuova” e “di rottura”. Ma questa strategia appare in larga parte come una foglia di fico — un utile strumento retorico per distanziarsi dal passato e dalle responsabilità deluchiane. Il percorso di convergenza tra Schlein e Conte per puntellare Fico è presentato come una “coalizione larga”, ma è evidente che in Campania l’attore politico centrale rimane De Luca.

Le priorità di Edmondo Cirielli: sanità, infrastrutture, sicurezza e giovani

La campagna parte da quattro cantieri: sanità (governance, liste d’attesa, reti ospedaliere), infrastrutture (nodi logistici, collegamenti interni), sicurezza (controllo del territorio e legalità amministrativa) e giovani (formazione-impresa, contrasto all’emigrazione). Nelle sue prime dichiarazioni da candidato, Cirielli ha marcato due punti operativi: sanità come emergenza numero uno e unità della coalizione come metodo. «La campagna ufficiale la voglio iniziare insieme a tutto il centrodestra… i problemi verranno affrontati in maniera equilibrata, prudente, nell’interesse della Campania», ha detto a margine di un evento all’Università Vanvitelli. Sulla sanità: «Qualunque cittadino, di qualunque provincia della Campania, vi dirà che la sanità è ridotta malissimo… c’è uno sfascio legato alla disorganizzazione, alla mancanza del merito, a un’invadenza della politica inaccettabile». Sono parole nette che coincidono con il perimetro programmatico indicato da FdI. Il dato demografico più aggiornato è inequivoco: la Campania resta la regione con la speranza di vita più bassa in Italia (79,7 anni gli uomini, 83,8 le donne, indicatori 2024). Il divario con alcune aree del Nord può arrivare a tre anni (esempio: Trento 84,7 contro Campania 81,7). Questi numeri, certificati da Istat e rilanciati dalle agenzie, fotografano il problema che Cirielli ha messo al centro: qualità dei servizi, tempi di cura, mobilità sanitaria.

Liste e civiche: macchina quasi pronta

Cirielli ha spiegato che le quattro liste di partito sono «chiuse al 95%» e che la lista civica del presidente è ormai definita «su Napoli e nelle province principali».
Accanto a Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, si muovono l’Udc e il Nuovo PSI, mentre la civica del presidente — orientata a raccogliere società civile, professionisti e realtà locali — sarà il contenitore di esperienze territoriali fuori dai partiti, per ampliare la base del consenso e mostrare che la coalizione non è solo sigle ma persone.

Niente slogan, niente folklore.
Cirielli parla la lingua delle priorità: sanità, infrastrutture, sicurezza, giovani, legalità.
Dall’altra parte, Schlein e Conte puntano sulla continuità mascherata, con Fico come copertura di comodo.
Il messaggio del generale è chiaro: la Campania non è un feudo da difendere, ma una Regione da ricostruire.
E questa volta, la battaglia si combatte con i fatti.

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