“Oggi è necessario ricordare e divulgare in ogni modo e a gran voce quanto successe 31 anni fa. L’ignobile strage mafiosa che uccise il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca e i tre uomini della scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. La lotta alla mafia ma più in generale alla malavita organizzata, non rappresenta una pagina di storia e l’arresto di Matteo Messina Denaro lo dimostra. La malavita organizzata ha cambiato in parte veste, è diventata ancor più subdola e per questo ancor più pericolosa. Non è un problema regionale ma nazionale. Bisogna instillare in ogni italiano quei principi di legalità, rispetto per la propria nazione e la propria comunità, che rappresentano la prima e più potente arma per combattere la criminalità organizzata, che deve essere considerata un male da combattere e dal quale tenersi lontano, sotto ogni punto di vista”.
Lo dichiara in una nota il Senatore Nicola Calandrini, presidente della V Commissione Bilancio.