“30 anni fa morirono in un vile attentato il giudice Giovanni Falcone, la moglie e gli agenti della sua scorta. È trascorso tanto tempo da quel terribile 23 maggio, giorno in cui la mafia dichiarò guerra alla giustizia e all’Italia perbene. Cosa Nostra ebbe vigliaccamente bisogno del tritolo per fermare un uomo forte e coraggioso. Uccisero la persona, ma non le sue idee e il suo ricordo. Giovanni vive ancora nella mente e nel cuore di chi crede in un’Italia più giusta e libera da ogni mafia”.
Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.
A Sanremo, su proposta di FdI, dedicati i Giardini della Foce a Falcone e Borsellino
“Abbiamo voluto dare seguito oggi all’approvazione avvenuta due anni fa in Consiglio comunale di un ordine del giorno dei consiglieri Cozza e Lombardi (Eletti nelle fila di Fratelli d’Italia n.d.r.) – ha dichiarato il sindaco Alberto Biancheri – perché ricorre il trentennale dalla morte di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e delle loro scorte, e volevamo onorare al meglio questa ricorrenza. Abbiamo quindi deciso di dedicare loro una zona importante della città, recentemente riqualificata e valorizzata, con una cerimonia che mi auguro molto partecipata: la società civile deve guardare con riconoscenza al sacrificio di questi eroi dell’antimafia”.
La cerimonia di intitolazione dei giardini della Foce ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e alle loro scorte si svolgerà sabato 28 maggio alle 11.15.
Falcone e Borsellino, così come Dalla Chiesa, Livatino, Chinnici, Boris Giuliano, Cassarà e tanti altri, non sono solo stati uccisi dalla mafia ma delle loro morti si sono rese complici anche le istituzioni dello stato.
Come al solito sono stati mandati avanti ad indagare e poi, quando hanno iniziato a scoprire verità scomode sono stati dati in pasto ai mafiosi.
Finché non si deciderà di affrontare la mafia con metodi duri, sarà sempre tutto inutile e le commemorazioni saranno solo retorica.
Nella storia della nostra nazione solo una persona stava riuscendo a debellare la mafia, usando maniere forti: Mussolini.
Lui aveva capito che la mafia era una sorta di stato parallelo e nella sua idea di Italia non doveva esistere.
La mafia deve solo ringraziare gli USA se è riuscita a rimettere piede in Italia.
mi sembra che oggi le mafie(generalizzando) ,come “imprenditoria privata,vivano tranquillamente del loro “lavoro”.Al contrario ,i cittadini ,oggi,sono vessati da governanti illegittimi,che prendono decisioni gravi senza consultare la Nazione.La gestione delle recenti emergenze(interessi commerciali e finanziari che si intersecano con la “Sanità”,la “politica” ,il “potere”,,la “finanza” ….) è condotta con piglio antidemocratico e commerciale(ma a favore delle solite “cupole”).