Capodanno di botti: un morto e 200 feriti

Dal nord al sud, i patiti dei botti si rincorrono ognuno col “bombone” più grande e quindi, più pericoloso, fino ad arrivare a veri e propri ordigni. Ma non siamo gli unici a far festa così, in Inghilterra per esempio, quest’anno sono morte due donne a causa dei botti e si contano anche lì centinaia di feriti. L’idiozia non ha nazionalità.
Spara tu che sparo anche io, la polizia fa sapere che sono 204 i feriti – tra cui 11 in gravi condizioni – mentre si registra anche un morto. E pensare che nelle ore precedenti la mezzanotte del 31, la situazione appariva insolitamente tranquilla. Erano decisamente meno i botti che si sentivano e che di solito annunciano copiosi l’avvicinarsi della mezzanotte. Che gli italiani avessero avuto una volta tanto un’alzata di ingegno decidendo di spendere i soldi diversamente e non acquistando le solite “armi improprie” che poi tanti drammatici disastri fanno?
Pia illusione. Allo scoccare dell’ora fatidica, tutto come sempre: inizia la guerra. Ad Ascoli Piceno il guaio peggiore. Un ragazzo di 26 anni, Valerio Amatizi, muore cadendo da Colle San Marco. Cosa c’entrano i botti? Semplice, erano stati fatti esplodere un po’ di petardi e avevano causato un principio d’incendio nella boscaglia. Valerio, preoccupato per le conseguenze, ha tentato di intervenire per spegnere il fuoco ma, mentre ci provava, è caduto precipitando per almeno cinquanta metri lungo il pendio. E’ morto per arresto cardiaco, suscitando dolore e costernazione in tutta la zona di Ascoli e di Arquata del Tronto di cui il ragazzo era originario.
Intanto a Milano un 23enne e un 14enne subiscono l’amputazione di una mano a causa delle gravi ferite riportate nell’esplosione di alcuni petardi. Nessuno dei due è in pericolo di vita, anche se entrambi porteranno su di sé il segno indelebile di una grave sciocchezza. Meglio è andata a un bimbo di 4 anni, che ha trovato un petardo inesploso in cortile, e se l’è cavata con un danno alla mano sinistra da 30 giorni di prognosi, mentre una bambina di 9 anni è stata ricoverata in ospedale con 25 giorni di prognosi per ferite varie alle mani provocate dall’esplosione di un gioco pirotecnico.
Scendendo al sud, troviamo d Aversa, in provincia di Caserta, una 19enne è stata colpita da un proiettile vagante all’addome mentre era affacciata dal balcone della sua abitazione. Ricoverata in codice rosso, non è in pericolo di vita. Ci sono poi un ragazzo di 19 anni rimasto ferito all’occhio destro per l’esplosione di un petardo a Cerreto Laghi, sull’Appenino; una donna ferita Messina con l’amputazione del primo dito della mano sinistra per l’uso improprio di un’arma, e un ragazzo di 20 anni con un braccio amputato per l’esplosione di un grosso petardo a Paternò, nel Catanese.
Mentre i vigili del fuoco annunciano 686 interventi (+4% rispetto allo scorso anno), vengono anche indicate le regioni con più casi dichiarati: Emilia Romagna 107, Lombardia 92, Lazio 80, Campania e Puglia 62, Toscana 60, Sicilia 42. Nessun intervento in Molise, non si sa se perché i molisani siano più saggi o semplicemente più fortunati. Colpisce anche che la Campania, da sempre considerata patria dei botti, si piazzi solo al quarto posto, e che sia invece la ‘civilissima e politicamente corretta ‘ Emilia Romagna a detenere il primo posto di questa non esaltante classifica.
Ci aggiorniamo al prossimo anno, con l’assurda speranza che vada meglio.

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