Il fervente dibattito che sta occupando le prime pagine dei giornali in questi giorni vede accusato il recente Governo Meloni per delle scelte fatte da chi lo ha preceduto e dall’Europa. Nella direttiva europea 2003/96/CE, del 2003, si legge chiaramente che «gli Stati membri possono applicare, sotto controllo fiscale, aliquote d’imposta differenziate a condizione che dette aliquote rispettino i livelli minimi di tassazione stabiliti nella presente direttiva», a conferma del fatto che «I livelli di tassazione applicati dagli Stati membri ai prodotti energetici e all’elettricità […] non possono essere inferiori ai livelli minimi di tassazione stabiliti nella presente direttiva».
Questo significa che ogni Stato a livello nazionale è autorizzato ad applicare imposte diverse purché non si scenda sotto i livelli minimi di tassazione armonizzate a livello europeo. La continua speculazione demagogica di una certa politica che impiega continuamente enormi risorse ed energie per distrarre l’opinione pubblica con false accuse è il solito schema di un “politichese” che fa male al Paese e mira a distruggere la fiducia delle persone verso le Istituzioni, invece di operare un’opposizione utile al raggiungimento di un confronto costruttivo che possa permettere all’Italia di fare fronte alla delicata situazione politica ed economica che sta vivendo.
Di contro, come ha già prontamente dimostrato fin dall’inizio del suo recentissimo insediamento, il Governo Meloni risponde con i fatti alle parole. Dal Consiglio dei Ministri varata la misura che obbliga i distributori a esporre il prezzo medio nazionale vicino a quello praticato.
Il presidente del Consiglio ha immediatamente incontrato i vertici della Guardia di Finanza per aumentare i controlli contro chi vuole approfittare della situazione per applicare rincari ingiustificati, e il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giorgetti per prorogare in bonus carburante di 200€ al fine di aiutare i cittadini a fare fronte al rincaro benzina dovuto alla già decisa sospensione dello sconto sulle accise attuato dal Governo Draghi nel marzo 2022 come misura momentanea con scadenza già prefissata a inizio 2023.
Non una sorpresa o una improvvisa decisione del Governo Meloni, dunque, che al contrario ha risposto ancora una volta con i fatti alle ormai sempre più frequenti fake news dell’opposizione.