“La direttiva europea impone delle scadenze che creano problemi di carattere sociale, urbanistico ed economico. E genera problemi anche di finanza. Il patrimonio immobiliare italiano è una sorta di garanzia rispetto al debito pubblico italiano. Attraverso il risparmio e la proprietà privata forniamo uno scudo al debito. L’Europa rischia con questa direttiva di romperlo e sarebbe un errore non farla ragionare. Anche perché la lotta alle alterazioni climatiche si combatte marginalmente con la coibentazione delle case ubicate in una nazione dal clima per 4/5 mite. Semmai andrebbe vietato l’uso e l’abuso di vetro e acciaio, che hanno creato spreco energetico oltre ad aver sfigurato l’identità delle città europee. Acciaio e vetro non garantiscono l’ isolamento termico. Bisogna ricominciare a costruire come si faceva una volta, con materiali tradizionali e in spazi a misura d’uomo nei quali non si moriva né di freddo né di caldo. L’Europa dia indirizzi originali, ricomponga anche la propria estetica, accompagni verso le giuste soluzioni senza usare la mannaia dirigista”. È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia intervistato a Radio Radicale.