“La Direttiva sulle case green approvata ieri dal Parlamento europeo è inutile. È uno dei punti del Green Deal che poggia su un approccio totalmente ideologico. Nella Direttiva sull’efficientamento energetico degli edifici non vi è menzione di uno stanziamento ad hoc da mettere a disposizioni degli Stati membri. Le ristrutturazioni per i residenziali riguardano il 16% entro il 2030 ed il 26% entro il 2033. Se guardiamo all’Italia parliamo del 50% degli immobili che si trovano nelle classi energetiche F e G. L’impatto economico per adeguarsi alla Direttiva si aggira tra i 20.000 e i 55.000 a famiglia secondo le stime di Scenari Immobiliari per il Sole 24 Ore. Considerando che in Italia il patrimonio immobiliare è costituito per la maggior parte da case di vecchia data, la misura avrà una forte ripercussione economica per i cittadini che vedranno, secondo gli esperti, svalutato anche il valore dell’immobile. Noi restiamo contrari a questa Direttiva che riteniamo più ideologica che utile. Non tutti gli Stati membri hanno lo stesso scenario immobiliare, ed i target imposti dall’Ue sono troppo rigidi. Il voto di ieri a Strasburgo è un colpo di coda di un Parlamento europeo in scadenza con una direttiva voluta da un Commissario, ex ormai, Timmermans, talmente sfiduciato da perdere le elezioni nella sua Olanda pochi mesi fa. Lavoreremo nel prossimo Parlamento per modificare ulteriormente quanto approvato ieri e che deve comunque passare all’approvazione del Consiglio dell’Unione”.
È quanto dichiara il deputato di Fratelli d’Italia Massimo Milani, segretario della Commissione Ambiente.