Non è nuova la diatriba “crocifisso sì e crocifisso no”, tra chi lo vede come un simbolo delle radici cristiane e chi un pericoloso attentato alla libertà di pensiero, e non sono mancate negli anni polemiche terminate nella aule di tribunale. Con buona pace dei promotori, però, nel 2011 la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, con una sentenza definitiva, sancì che il crocifisso poteva restare appeso nelle aule scolastiche.
Quello successo a Carpi è un gravissimo caso di abuso di potere, in cui la Preside ha deciso di fare secondo il suo modo di intendere la vita: le iniziative, tuttavia, non vanno prese unilateralmente, specie in una scuola dedicata alla figura di Odoardo Focherini, la cui storia è ben nota agli studenti della scuola, meno che alla dirigente a quanto pare.
La vice sindaca di Carpi, in mancanza di argomentazioni per difendere la scelta, devia l’argomento sull’alluvione che ha colpito la città, e allora io le chiedo: dopo 11 anni, alcuni comuni chiederanno a breve la proroga dello stato di emergenza a seguito del sisma 2012. Però accusano noi, a pochi mesi, di non aver saputo estinguere i danni di maggio.
Forse il PD dovrebbe affrontare un problema alla volta, anche e soprattutto quando ne è causa, e cercare per una volta di tutelare le nostre radici e la nostra cultura.