“Come tutti i narcisisti patologici, che sviluppano un attaccamento morboso alla vittima, che diventa mania di controllo e possesso, Turetta non è un simbolo di un raptus momentaneo che sfocia nell’omicidio. Turetta, come in tutti i rapporti disfunzionali che si instaurano tra vittima e carnefice, ha semplicemente compiuto l’atto estremo in maniera consapevole, nel nome del ‘se lei non può essere più mia, non deve esserlo di nessun altro’. Ha ragione lo psicologo Galimberti a definire il raptus nei casi di violenza relazionale un prodotto di fanta-psicologia. La narrativa giornalistica, giudiziaria e ideologica che continua anche oggi a parlare di furia improvvisa non dà un contributo veritiero, né al caso di Giulia né a quelli di tutte le altre vittime”.
Lo dichiara la senatrice di Fratelli d’Italia Cinzia Pellegrino.