Catania, Rampelli (VpC-FdI): Distinzione di trattamento? La differenza tra rifugiato ed emigrato economico è nelle leggi e nelle convenzioni

Status di rifugiato ed emigrato economico, caso Moratti e Almirante. In un’intervista a tutto tondo su Uno Mattina il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia ha risposto alle domande sull’attualità politica nel nuovo format di Rai Uno per concludere con una immaginaria benedizione del segretario del Msi Giorgio Almirante sul percorso politico di Fratelli d’Italia.

Caso Catania.

Ha senso fare selezionare a bordo delle navi Ong, del resto ci sono leggi che vanno rispettate da tutti, a cominciare dagli Stati. C’è una differenza tra i profughi, coloro che fuggono da guerre e persecuzioni – nuclei familiari, bambini e donne – e coloro che invece sono tecnicamente immigrati economici. Persone che dovrebbero essere inserite nei flussi migratori programmati dalle nazioni, subordinando le richieste di ingresso alla disponibilità di avoro, affinché siano garantiti inserimento sociale e vera integrazione. Giusto quindi fare questa selezione e dare anche un allerta all’Europa affinché sia consequenziale rispetto alle intenzioni manifestate con la visita di Giorgia Meloni a Bruxelles e quindi che davvero il tema dei profughi possa essere come ci dice Papa Francesco un tema all’attenzione dell’Europa e l’Italia non venga lasciata sola.

Caso Letizia Moratti

Letizia Moratti ha avuto un percorso importante nel centrodestra e lo ha fatto togliendosi grandi soddisfazioni grazie al centrodestra, facendo il ministro della Repubblica e il sindaco della città economica e industriale più importante d’Italia. La sua collocazione doveva restare in quest’area politica e tutti gli eventuali obiettivi egoistici e personalistici che pure fanno parte dell’imperfezione dell’essere umano dovevano restare inseriti nell’alveo del centrodestra. Paradossalmente questa sua caduta di stile ci favorirà.

Tempo delle riforme: bicamerale?

Sicuramente la bicamera può rappresentare un ottimo strumento se l’opposizione ha intenzioni costruttive. Altrimenti l’alternativa è l’assemblea costituente ma i tempi sono diversi e avremmo bisogno di un’altra legislatura. La possibilità di fare le riforme dialogando con l’opposizione va sicuramente sperimentata e il punto di non ritorno è quello di stabilizzare la democrazia dell’alternanza nella quale chi vince governa e chi perde sta all’opposizione per 5 anni. Una riforma che metta fine a trappole, congiure, commissari straordinari, personalità che provengono quasi sempre dall’alta finanza e dalle banche.

Almirante e FdI

Io penso che Almirante sarebbe stato contento di quello che abbiamo realizzato perché in realtà prima di noi provò a farlo lui. Del resto aveva preconizzato e praticato l’evoluzione della destra fondando la Costituente di destra per la libertà, recuperando parlamentari Dc come Agostino Greggi, personalità come l’ammiraglio Birindelli e il filosofo marxista Armando Plebe. Fece un tentativo di far uscire la destra dai confini tradizionali. Ovviamente le condizioni storiche erano diverse ed è per questo che non riuscì nell’intento. Quindi, sì. Sicuramente Almirante adesso sta sorridendo.

Su Giorgia Meloni e il nome Fratelli d’Italia

Sì, l’ho certamente individuata e formata, quella di una donna leader della destra era l’idea giusta per chiudere i conti con il nostalgismo, ma Giorgia Meloni ha costruito le sue tappe con grande e autonoma capacità.
Il nome Fratelli d’Italia è una mia invenzione, come scrive Giorgia Meloni nel suo libro.

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