Cattivi maestri: Zucchetti, il professore che odia Israele, gli ucraini e Giorgia Meloni

Passato da No Tav, inneggi a brigatisti, insulti e turpiloqui sui social: si incatenò con i pro-Palestina, si descriveva come un nuovo Gandhi. Ma il suo fanatismo comunista racconta tutt’altro.

Di cattivi maestri, l’Italia ne ha purtroppo tanti. Frequentano il mondo universitario e basano, spesso e volentieri, le loro carriere accademiche sulla propria derivazione politica. Della serie, la tessera dei partiti di sinistra serve per avere un posto di lavoro. Non sarà più così, ma questo sistema è duro da combattere, tanto più ora che i cattivi maestri sentono venir meno quel predominio culturale durato anni e anni. Incalliti comunisti, con passati da anarchici e amici di brigatisti, che siedono dietro cattedre prestigiose e gli studenti, lì soltanto per superare l’esame, sono costretti a subire i loro sproloqui.

Comunista dei nostri giorni

C’è da dire che il mondo social ha esasperato gli animi, rendendo pubbliche quelle esternazioni (al limite del delirio) che sarebbero rimaste altrimenti rinchiuse tra le aule degli atenei. Così, ad esempio, è successo per la prof Di Cesare, che rese omaggio sui suoi profili social alla brigatista Barbara Balzerani, con tanto di richiamo al suo nome di battaglia: “Compagna Luna”. Ma c’è chi ha fatto peggio di lei. Un uomo che, accanto a una carriera accademica di tutto rispetto, persino nominato nel 2015 al Premio Nobel per la Fisica, ha lasciato parlare di sé per incitazioni all’odio, alla violenza, più simili a quelle di un bolscevico nel 1917 che a quelle di un professore universitario. Le sue vittime speciali sono tre: Giorgia Meloni, gli ucraini, gli israeliani. Anche se, in realtà, non lascia scampo proprio a nessuno, tanto che negli anni ha accumulato il disprezzo anche di esponenti della sinistra per le sue parole cariche di livore che sbraita contro tutto e tutti. Contro chiunque non la pensi come lui. Un comunista mal ambientato alla democrazia odierna.

Un nuovo Gandhi?

Si parla di Massimo Zucchetti, professore ordinario al Politecnico di Torino, con alle spalle un passato anche politico, con l’adesione al progetto “Comunisti Sinistra Popolare” di Marco Rizzo, che voleva riportare in auge “un vero partito comunista in Italia” ispirandosi alle idee e agli scritti di Marx e di Lenin. Insomma, avete inquadrato il personaggio. Personaggio che nelle ultime settimane ha tentato pure di creare su di sé una fantasiosa narrazione che lo racconta come un pacifista, uno che lotta per le cose giuste in modo del tutto non violento. Si è addirittura paragonato a Gandhi. Gli mancavano soltanto un’areola sul capo e un paio di ali che gli spuntassero dalla schiena e la trasformazione in pacifico salvatore del mondo sarebbe stata completata. Questo perché, insieme ai ragazzi della sua università, spesso in prima pagina per le proteste di (pochi) studenti ideologizzati e di (molti) collettivi e centri sociali, si è fatto incatenare davanti al Politecnico, al fine di sensibilizzare il mondo della politica nazionale e internazionale sul conflitto in Medio Oriente.

Il passato da No Tav

Un pacifico paladino della causa palestinese in Occidente. Questo, almeno, è quello che lui sostiene. Perché a ben guardare il suo profilo Facebook (che adesso è stato perfino bloccato), viene fuori una caterva di insulti, parolacce, turpiloqui verso chiunque. Altro che pacifico: Zucchetti ha alle spalle (le prime dichiarazioni reperibili risalgono a più di dieci anni fa) un passato da attivista No Tav e oggi è tra i primi più incalliti oppositori di Israele e dell’Ucraina. Uno di quei fenomeni da barraccone pronto a essere ospitato a La Zanzara. Partiamo dalla questione No Tav, un movimento che lì in Piemonte di danni ne creò parecchi in protesta contro la costruzione dell’alta velocità. Movimento in larga parte composta da quel centro social, Askatasuna, il cui nome è quasi sempre il primo a comparire quando si tratta di sfilate pro-Palestina e di scontri con la polizia a Torino. Nel lontano 2012, sul suo blog “Lo scienziato borderline”, preannunciava la disfatta dell’alta velocità, che sarebbe arrivata a causa “dell’enorme spiegamento di polizia e di mezzi, dei danni inferti e subiti, delle strade e autostrade chiuse… E allora, inevitabilmente, a meno di non trasformare una parte rilavante di una provincia italiana in un fortino militare, dovrete mollare”. Insomma, il risultato sarebbe arrivato grazie alla lotta armata.

Un hater aggressivo

In poco tempo, il prof è riuscito a crearsi la fama di aggressivo hater sui social. Questo un messaggio, carico d’odio, di scurrilità e di minacce, che riservò a un’utente che l’aveva accusato di essere fascista: “Piccina, solo per avvertirti che ho diramato un piccolo ordine di servizio fra i compagni e in Valle di Susa. Se osi far vedere la tua bella faccina di merda da quelle parti ti sfondiamo la faccetta. Fra qualche giorno, invece, ti vengo a trovare a casa così parliamo delle tue belle uscite nei miei confronti, troia. Preparati. Pensavi mi fossi dimenticato della tua bella decisione una domenica mattina di aggredirmi gratis? Vedrai il “fascista” cosa ti combina, grandissima merda, pagherai a caro prezzo”. Una nomea tanto negativa da far indignare anche il PD, tanto che il dem Stefano Esposito, rivolgendo al rettore dell’ateneo di Zucchetti, gli dedicava questa descrizione: “Chiunque abbia un’opinione diversa da quella del prof Zucchetti viene puntualmente insultato e insolentito, e non mancano bestemmie, minacce nonché un costante e ripetuto richiamo a “idee e valori” che hanno segnato in modo indelebile e negativo la società italiana negli anni ‘70… Mi rivolgo a Lei – ha detto poi al rettore – per chiederLe, in base alle regole e ai codici della prestigiosa Istituzione che dirige, se questo comportamento pubblico sia confacente al ruolo ricoperto dal prof”.

Rancore verso l’Ucraina

I valori di riferimento sono proprio quelli della sinistra extraparlamentare anni ’70. Quella delle brigate rosse, degli espropri proletari. Quella della lotta contro il sistema democratico e dell’asservimento, senza condizioni, ai regimi comunisti di Mosca, di Pechino, di Cuba. Si spiega così tutto il suo odio verso l’Ucraina: nel mirino di Zucchetti c’è quel popolo che combatte contro il neo-colonialismo della Russia di Putin, che vuole ricostituire la grandezza dell’Unione Sovietica, a scapito di tutti quei popoli che, dopo la caduta del muro di Berlino, sono riusciti faticosamente ad autodeterminarsi. La colpa degli ucraini è, in pratica, combattere per la libertà della propria Patria. Ed ecco che l’odio social di Zucchetti non lascia scampo, arrivando persino ad esultare per la sconfitta dell’Ucraina contro la Romania agli Europei di calcio in corso: “E queste sono ottime notizie. Devono andare fuori dai coglioni al più presto, mi dà fastidio anche solo vederli. Il loro fuhrerino [il presidente Zelensky, ndr] poi ha bisogno di soldati per difendere la “democrazia”, no? Bene, fra poco 22 in più da mandare al macello”.

L’odio contro Israele

La critica, com’è facilmente immaginabile, si fa assai più rancorosa nei confronti di Israele: “Un grosso problema sarà rieducare all’umanità questi mostri. L’attuale struttura dello stato israeliano va smantellata e la sua popolazione rieducata alla pace e alla tolleranza. Impossibile? In quattro anni lo fecero con la Germania, pur solo in superficie venne denazificata. Israele, anzi il nuovo Stato multietnico che sarà la Palestina, va desionistizzata. Questa è barbarie, questa è la crudeltà beffarda come il sorriso di Jurgen Stroop con il lanciafiamme al ghetto di Varsavia. Ho pietà per costoro: TUTTO IL MONDO CIVILE VI DISPREZZA E SCOMPARIRETE PRESTO. Assassini. Sicari. MOSTRI”. E prima ancora, altre parole cariche di odio antisemita in merito al contest canoro dell’Eurovision: “Sono contento che quelle facce di MERDA della lobby sionista che hanno fatto passaparola per votare una cantante israeliana se la siano presa sonoramente in quel posto. Israele deve scomparire, e il solo fatto che partecipi a competizioni europee parla da solo: un bubbone da eliminare”.

Albagia dei brigatisti

E se pensate che tutto ha un inizio e una fine, pare proprio che l’ostilità di Zucchetti nei confronti della società in cui vive, rea probabilmente di essere uscita vincitrice dalla lotta contro il terrorismo rosso e contro le ingerenze sovietiche, non sembra trovare conclusione. Nei giorni del G7, il professore ha pubblicato sui social alcune immagini denigratorie, con protagonista Giorgia Meloni: una ritrae un orinatoio col volto della premier, un’altra invece sessista, con alle spalle il pornoattore Rocco Siffredi. Sul suo profilo Facebook, è un continuo di post albagici della lotta partigiana contro i fascisti e della lotta brigatista degli anni ’70. Un commento è stato dedicato al partigiano Dante Di Nanni, nel quale Zucchetti fa qualche “riferimento” all’attualità: “Sarebbe il caso di rendere omaggio al tuo sacrificio con qualche atto concreto. Come quelli dei tuoi Gap: tanto, di ratti da abbattere ce ne sono una marea, negli ultimi anni si sono moltiplicati e sono usciti dalle fogne, bisognerebbe farti tornare per una bella derattizzazione”. Cercando sui social, si scova poi un suo secondo profilo, sul quale compare l’omaggio, in stile De Cesare, all’ex brigatista Prospero Gallinari, carceriere di Aldo Moro: “Per me un amico, per tanti un fratello, per tutti un uomo”. Questa, dunque, dovrebbe essere l’istruzione che forma la futura classe dirigente della nostra Nazione. Per fortuna, oltre a quei pochi ideologizzati figli di papà pronti a sostituirli, la maggioranza degli studenti non dà ascolto agli sproloqui dei loro cattivi maestri.

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