Centri estetici, Frigo (FdI): Sacrifici equamente distribuiti

Lavorando nei settori Estetica e Acconciatura da molti anni , anche dal punto di vista della Formazione , non posso rimanere in silenzio di fronte alla decisione presa dal Governo, di lasciare chiusi i centri estetici nelle Regioni dichiarate Rosse. L’Attività di Estetica è da sempre accumunata all’attività di Acconciatura, le 2 attività hanno infatti lo stesso Codice ATECO – 093.02 SERVIZI DEI PARRUCCHIERI E DI TRATTAMENTI DI BELLEZZA, e sono disciplinate a livello nazionale  dalla stessa Normativa , LEGGE n.1 04/01/1990.  Entrambi i comparti durante la chiusura dei mesi primaverili hanno investito enormemente per garantire alla propria clientela  la “riapertura in sicurezza”  e il suo mantenimento anche in previsione di una recrudescenza del Virus. Adesso la decisione del Governo di chiudere i Centri Estetici nelle Regioni Rosse , è una vera e propria “Doccia fredda” per le Estetiste che da sempre erano state equiparate ai colleghi acconciatori. Una decisione che non valorizza  gli sforzi e gli investimenti fatti dal comparto estetico, un mancato riconoscimento  dell’impegno sia in termini energetici che economici. Il Governo ha affermato che non è una decisione politica , ma voluta dal CTS (comitato tecnico scientifico)che ritiene uno dei fattori più alti di rischio , l’assembramento in spazi ristretti. Ma proprio per questo non possiamo che essere in disaccordo. Nel centro estetico non ci sono mai stati assembramenti , nemmeno prima dell’avvento del Virus, si riceve per appuntamento da sempre, l’estetista è da sola in cabina con la propria clientela , e proprio per garantire questo e una maggiore attenzione per la sanificazione e l’igiene(che comunque ci contraddistinguono da sempre)  sono stati rallentati i ritmi di lavoro. Le Associazioni di Categoria che tanto hanno fatto per la riapertura anticipata dei 2 settori a Maggio , stanno adesso lottando per la revisione dei parametri   che hanno portato alla chiusura . Ricordiamo che una nazione non vive senza salute , ma nemmeno senza economia. Il comparto ha fatto tutto quello che gli è stato prescritto, ma adesso vuole lavorare, senza incertezze e paure.  Aggiungere alla perdita di fatturato dei mesi primaverili (la stagione corpo e’ stata persa completamente), la perdita delle vendite prenatalizie , significherebbe portare alla chiusura molte di noi . Per non parlare dell’impatto che la mancata attività dei centri estetici porta nell’indotto dell’industria cosmetica.

In Italia attualmente ci sono circa 80.000 Saloni di Acconciatura e 30.000 Centri Estetici, questi numeri  mi inducono a pensare che probabilmente dal punto di vista economico (RISTORI) sia stato più conveniente sacrificare l’estetica. Si stima che circa 400.000 persone lavorino nell’ambito dei centri estetici , 400.000 possibili voti, 400.000 famiglie. Proprio l’attenta valutazione  di questi dati e la dimostrazione di quanto sia importante la funzione sociale che i nostri settori  rivestono  dovrebbero farci capire come intraprendere la strada futura.

Spero, e in questo mi rivolgo a tutte le colleghe estetiste e anche agli acconciatori, che le battaglie per la sopravvivenza che ci hanno visti più uniti, non si concludano quando saremo tornati alla normalità . Gli scenari stanno cambiando velocemente e noi ci troveremo ad affrontare  nuove sfide, prima fra tutte e importantissima  la  Revisione della Legge 1/90. Una revisione quanto mai necessaria per rafforzare maggiormente i comparti a livello nazionale.

Ognuno di noi deve essere consapevole che il Sacrificio economico richiesto agli italiani , non è stato “equamente distribuito” , ma continua ad essere totalmente a carico delle piccole e medie imprese e di tutte le Partite Iva, impegnate in molti settori.

Annamaria Frigo – Responsabile Provinciale FDI Rapporti con il commercio.    

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