“Anche questa volta, la politica cesenate ha perso un’importante occasione per dare un segnale di unità, di memoria comune e di maturità democratica in un cammino di reale pacificazione nazionale”.
Con queste parole Nicholas Pellegrini, consigliere comunale di Cesena (FdI), commenta la decisione dell’amministrazione comunale di respingere la mozione che proponeva l’intitolazione di un parco cittadino a Sergio Ramelli, giovane militante del Fronte della Gioventù, brutalmente aggredito con una chiave inglese e deceduto il 29 aprile 1975 dopo 47 giorni di agonia e di cui ricorre oggi il 50° anniversario,
“Ramelli fu vittima dell’odio politico, ucciso da militanti di Avanguardia Operaia – dichiara Pellegrini -. A distanza di cinquant’anni, c’è ancora chi tenta di cancellare la memoria di chi fu colpito solo per le sue idee. La verità è che dietro il rifiuto della maggioranza si nasconde un pregiudizio ideologico che ancora oggi impedisce alla sinistra di riconoscere e riservare il dovuto rispetto alle vittime dell’odio politico, quando queste sono di destra, come Sergio Ramelli. Noi, però, non ci fermeremo: continueremo a tenere viva la memoria di Sergio Ramelli e di tutte le vittime dell’odio politico, affinché simili tragedie non si ripetano più”.
Sulla stessa lunghezza d’onda, il deputato di Fratelli d’Italia, Alice Buonguerrieri.
“Ricorrevano ieri i cinquant’anni dalla morte di Sergio Ramelli, diciottenne ucciso a sprangate da estremisti di sinistra perché ‘colpevole’ di avere idee diverse dalle loro. Dovrebbe essere occasione di memoria condivisa, invece Lattuca dimostra ancora una volta di essere ostaggio di quella sinistra estremista sprangatrice. Restiamo attoniti dalla bocciatura della mozione presentata dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia Cesena di intitolare un luogo pubblico a Sergio, ma non ci stupiamo perché è chiaro come l’amministrazione comunale targata Pd preferisca strizzare l’occhio ai centri sociali piuttosto che, in uno sforzo di verità e pacificazione, accomunare e onorare tutte le vittime innocenti dell’odio e della violenza politica. Siamo fieri di essere diversi da questi esponenti di sinistra che, a distanza ormai siderale dagli anni di piombo, dimostrano di continuare a essere animati da quella stessa furia ideologica che prima uccise Sergio e che oggi insulta la sua memoria”.