Cgil, Rampelli (VPC-FdI): devozione per movimenti sindacali anche quando vengono criticati

Forza Nuova, che poteva essere sciolta venti anni fa, è utile per trasformarci in mostri a 48 ore dal voto

“Nutro una vera e propria devozione nei confronti dei movimenti sindacali. Anche quando vengono criticati. Nell’Italia repubblicana ci sono state fasi critiche nel rapporto tra politica e cittadini, anche il sindacato è finito nel tritacarne. Sia chiaro, auspico una riforma di queste organizzazioni che, diversamente da altri settori della società, non hanno ancora fatto sufficiente autocritica. Detto questo però, i sindacati rappresentano per antonomasia il principio della giustizia sociale, sono nati per difendere i soggetti più deboli, i lavoratori, gli operai, i proletari da un capitalismo spietato. Quindi quel sabato quando c’è stato l’assalto alla Cgil mi si è gelato il sangue e ho provato il sussulto di una profanazione. La violenza è sempre deprecabile ma quando si manifesta nei confronti dei sindacati scatta un sentimento aggiuntivo di indignazione perché colpisce chi deve soccorrere lavoratori altrimenti indifesi di fronte a
condizionamenti e ricatti di chi potrebbe cambiargli la vita in un attimo con una lettera di licenziamento”.
È quanto afferma il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli intervistato da Radio Radio sulla sua visita alla Cgil dopo l’aggressione di Forza Nuova.
Sull’esistenza di una precisa strategia della tensione e di una regia occulta della manifestazione di sabato, Rampelli ha osservato: “La gestione della piazza di quel sabato mattina è stata molto simile alle modalità usate negli anni ’70, che ho vissuto personalmente. Può essere accaduto per colpevole superficialità o per cinico disegno. La realtà non cambia perché è accaduto”.
“L’impressione – ha aggiunto – è che si vogliano far deflagrare certi episodi di violenza o di nostalgismo ideologico in campagna elettorale per avere due risultati: il primo compattare gli elettori di sinistra, che non si ritrovano più nel Pd perché ha abbondonato la causa dei lavoratori e dei più deboli schierandosi con poteri forti, banche, finanza ed eurocrazia. Di fronte alla conseguente disaffezione, quando si chiama la battaglia contro il pericolo fascista, questo elettorato corre alle urne, si tura il naso e vota chiunque gli venga proposto dal PD.
L’altro effetto è quello di trasformare gli avversari, in questo caso Giorgia Meloni ed Enrico Michetti, in mostri. A pochi giorni dal voto diventiamo tutti impresentabili e non c’è più il tempo per dimostrare il contrario. Michetti, persona competente, solidale e inclusiva, è stato trasformato in un pericoloso antisemita e protonazista”.
“Ecco, il combinato disposto di questi due effetti ha prodotto il risultato clamoroso del 60 a 40% in favore del candidato di sinistra. Fermo restando che auguro a Roberto Gualtieri sindaco di Roma e quindi anche mio sindaco, di fare bene il suo lavoro. Contrasterò con tutte le forze le decisioni che contrasteranno con le mie idee, ma lo sosterrò con tutte le mie forze quando cercherà di costruire il bene comune per la nostra comunità”.

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