In questi giorni di emergenza e crisi il troppo tempo davanti ai social contribuisce alla diffusione di notizie false o strumentalizzate.
L’unica certezza è la necessità di recuperare quel materiale sanitario – mascherine, respiratori etc – che ci manca e che è fondamentale in questo momento.
Ovviamente non è immediata l’eventuale riconversione delle fabbriche presenti sul territorio nazionale e quindi stiamo cercando venditori in giro per il mondo.
Per quanto l’emergenza sia globale, tanto che l’OMS ha dichiarato la pandemia, la situazione italiana è la peggiore. Solo da noi infatti c’è l’obbligo, più o meno, totale di restare in casa e solo da noi il trasporto aereo è fermo. Siamo isolati.
Senza mascherine.
CHI CI AIUTA? I PARTNER EUROPEI?
Loro ovviamente no.
La Germania ha bloccato l’esportazione di mascherine e altro materiale sanitario.
Perché? Perché ovviamente bara. Sa che l’emergenza sta arrivando anche da loro e se ne frega di aiutare chi è in difficoltà.
E quindi il governo tedesco ha vietato l’esportazione di questo materiale verso le nazioni, cioè noi, che ne hanno maggiore necessità.
Alla faccia della solidarietà!
La situazione è così vergognosa che non solo la M3 – la multinazionale che produce questi materiali – ha dovuto comunicare la sua difficoltà nel rispettare gli ordini ricevuti – ma accade anche qualcosa di peggio:
la società Dispotech di Gordona (Sondrio) che rifornisce ospedali e centri di ricerca aveva ordinato oltre 800.000 mascherine dalla Cina un po’ per i suoi abituali clienti, un po’ per donarle alla protezione civile.
Ma per arrivare in Italia sono dovute passare dalla Germania e per via delle decisioni del governo tedesco sono state bloccate.
Ovviamente si tratta di un abuso, le mascherine erano solo in transito e non prodotte in Germania, e quindi solo grazie alle proteste dell’ambasciata italiana a Berlino la situazione si è sbloccata. Teoricamente. Perché nel frattempo le mascherine sono sparite.
E c’è il dubbio che siano state fatte sparire per utilizzarle per il mercato interno tedesco.
Complimenti!
E i nostri amici francesi? Vabbé loro sono sempre i peggiori.
Ieri la portavoce di Macron ha dichiarato, con un atteggiamento assolutamente indisponente, che l’Italia non è stata in grado di fermare il contagio. Lo dicono loro che autorizzano il “raduno dei puffi” – in barba a qualunque sicurezza.
Ma che altro fanno?
“Mettiamo sotto sequestro tutti gli stock e la produzione di maschere di protezione. Le distribuiremo agli operatori sanitari nonché ai francesi infettati dal Coronavirus” ha detto Macron.
Il che è pure stimabile, perché un capo di governo fa di tutto per salvare la propria gente, se non fosse che così crea disagi e difficoltà all’Italia in un momento in cui, come detto, siamo noi ad aver bisogno d’aiuto.
La Commissione Europea è finalmente intervenuta, per ora solo a parole, dicendosi pronta far partire la procedura di infrazione con iter accelerato contro la Germania, la Bulgaria, la Repubblica Ceca e la Polonia, tutte nazione ree di aver bloccato l’export nonostante le richieste d’aiuto italiane.
La Francia è ancora sotto osservazione perché il requisire il materiale sanitario non è sinonimo di blocco delle esportazioni – ma la logica lo fa pensare -.
Insomma tutti a invocare l’Europa unita ma se ci sono problemi l’Italia può affondare tranquillamente.
“Il governo deve dire immediatamente come intende reperire tutto il necessario per aumentare la capienza e la capacità delle strutture sanitarie per far fronte all’emergenza. Il virus avanza e non attende la burocrazia, l’improvvisazione e l’incapacità”, scrive su facebook Giorgia Meloni. “La Germania blocca le esportazioni delle apparecchiature mediche per la terapia intensiva, la Francia requisisce tutti i materiali sanitari utili a prevenire il contagio”.
E LA CINA?
In tutto ciò fortunatamente sono arrivati gli aiuti dalla Cina.
Ieri sera, giovedì 12 marzo, sono atterrati all’aeroporto di Linate tonnellate di aiuti donati dalla Croce Rossa Cinese alla Croce Rossa Italiana. Oltre a monitor, mascherine, respiratori, sono arrivati anche medici provenienti da Wuhan e quindi esperti di Coronavirus.
Oltre a questo la XIAMI, la società di telecomunicazione cinese, ha regalato decine di migliaia di mascherine alla protezione civile italiana. Significativo che su ogni bancale ci sia una frase, in italiano e in inglese, di Seneca: “Siamo onde dello stesso mare, foglie dello stesso albero, fiori dello stesso giardino.”
Ma questo è solo l’inizio di una serie di voli di aiuti che, però, sono frutti di normali accordi commerciali. In pratica l’Italia pagherà normalmente il materiale richiesto.
Ma già poter comprare senza nessuno che requisisca è, oggi, importante e, nel caso dei presidi sanitari, addirittura vitale.