«Non bastano i quasi duecento tavoli di crisi aperti al Ministero del Lavoro e le decine di situazioni critiche che interessano le aziende piemontesi, che proprio in questi giorni stanno occupando le prime pagine dei giornali. Evidentemente al governo giallorosso tutto ciò non è sufficiente, ma si vuole ancora aumentare il carico, mettendo a rischio anche i circa cento lavoratori della Sanac di Gattinara, con un provvedimento miope, ispirato da mero ambientalismo di stampo ideologico, ovvero lo stralcio dello scudo penale per quanto riguarda il caso Ilva». E’ netta e diretta l’accusa dell’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino (FdI), dopo aver appreso la notizia del rischio molto concreto dello stop alla misura che metteva al riparo i nuovi acquirenti del colosso dell’acciaio deciso dal governo Conte e inserito nel DL Salva Imprese. Una scelta che riguarda direttamente proprio la Sanac di Gattinara, già di proprietà dell’Ilva, che avrebbe dovuto essere acquistata da ArcelorMittal. La multinazionale, però, aveva preso tempo, proprio per capire come si sarebbe mosso il governo riguardo allo scudo penale. Già in passato, infatti, il MISE aveva espresso contrarietà a concedere l’immunità penale per l’azienda subentrante, ma poi, grazie al pressing e alle numerose interrogazioni presentate dai banchi dell’opposizione e, in particolare, dal parlamentare biellese del partito di Giorgia Meloni Andrea Delmastro Delle Vedove, il pericolo era rientrato con il decreto ministeriale pubblicato lo scorso 4 settembre che esentava ArcelorMittal – in caso di acquisto – da responsabilità penali per il pregresso. Tanto che all’epoca l’amministrazione straordinaria, in attesa che si perfezionasse l’acquisizione, aveva fatto richiesta di cassa integrazione per i lavoratori di Sanac.
Ora tutto torna in discussione.
«Invece di lavorare nell’interesse dei lavoratori il governo giallorosso opera scelte orientate alla più insana ideologia della decrescita pauperista – tuona Chiorino – Un esecutivo che si rispetti dovrebbe risolvere i problemi, non complicarli o, peggio ancora, acuirli e crearli, proprio come stanno facendo Pd e M5S, che tutto sembrano tranne in grado di gestire situazioni delicate come queste. Come si può pretendere che un’azienda accetti il rischio di subire conseguenze penali per fatti risalenti ad anni addietro e sui quali non ha alcuna responsabilità? E’ evidente che eliminare lo scudo penale potrebbe rappresentare, di fatto, la parola fine alla trattativa su Ilva e, di conseguenza, anche per Sanac, lasciando soli centinaia di lavoratori. Tutto questo non solo è inaccettabile, ma non è nemmeno comprensibile, non ha alcun senso». L’esponente del partito di Meloni fa notare che «questi irresponsabili invece di pensare a dotare l’Italia di un piano industriale degno della seconda potenza manifatturiera europea, inseguono fantasmi e utopie ambientaliste attraverso una lente di ingrandimento distorta che non fa loro comprendere che quello della tutela dell’ambiente è un tema serio, ma che va affrontato a livello globale, non certo mandando sul lastrico centinaia di famiglie». E in tema di tutela dell’ambiente e delle imprese Chiorino rilancia la proposta di Fratelli d’Italia, di istituire i «dazi di civiltà» che, spiega «andrebbero a colpire i prodotti di quei Paesi che producono non rispettando gli standard ambientali occidentali, mettendo in opera una vera e propria concorrenza sleale. Questo è il metodo che noi di Fratelli d’Italia utilizziamo per affrontare i problemi – osserva ancora l’assessore piemontese – non certo scaricando il peso delle proprie ubbìe sulle spalle dei lavoratori e delle loro famiglie. Chiederò ai nostri parlamentari di mettere in campo tutti gli strumenti a disposizione dell’opposizione per evitare questo ennesimo schiaffo agli italiani».