Non solo la tensione internazionale, le minacce di terrorismo. Ad aggiungere carne al fuoco (potremmo dire, inutile) ci sono anche gli attivisti di Ultima generazione, che continuano in maniera incessante a mettere sottosopra il Paese. Come se non ne avessimo già abbastanza.
Negli ultimi due giorni, ci sono state di nuovo due azioni che hanno paralizzato il normale scorrere della quotidianità. A Roma, ieri, e a Torino, oggi.
Nella capitale sono stati circa 20 gli eco-vandali che prima di essere fermati dalla Polizia hanno bloccato il traffico di fronte al tribunale di Roma, dando vita ad un breve corteo spontaneo, chiamato “marcia lenta” per sostenere alcuni esponenti del gruppo che erano in tribunale per la seconda udienza del processo che li vede accusati di imbrattamento per l’azione fatta a Palazzo Madama lo scorso 2 gennaio.
Oggi invece a Torino in 18 hanno bloccato l’imbocco dell’autostrada A4 Torino-Milano, in entrambe le direzioni di marcia, sedendosi per terra e mostrando uno striscione arancione con la scritta “Fondo Riparazione”. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Digos della Questura di Torino e della polizia stradale, che hanno preso di peso questi pseudo-attivisti e li hanno fatti allontanare, portandone poi molti in Questura per l’identificazione.
Inevitabile le conseguenze, dannose non solo per le persone, ma anche per l’ambiente in nome del quale questi sedicenti attivisti vorrebbero manifestare. Infatti, l’autostrada è rimasta bloccata con lunghe code di macchine, il che ha comprensibilmente fatto esplodere la rabbia degli automobilisti, che, va ricordato, sono cittadini che si recano nei posti di lavoro o accompagnano i figli a scuola. E che, a dirla tutta, ha creato più inquinamento del solito.
Le proteste degli eco-vandali, che sembrano più ambire a dare spettacolo e a far parlare di sé piuttosto che a contribuire ad un reale cambiamento, sono l’ennesima dimostrazione di come questi pseudo attivisti vivano in un mondo totalmente scollato dalla realtà, in cui è prioritario chiedere al Governo azioni per la crisi climatica (tema tuttavia affrontato in molti consessi internazionali), ma nel quale vengono ignorate completamente le conseguenze degli atti di vandalismo fatti da loro stessi e che arrecano più danni che benefici all’ambiente.
È questo l’ennesimo paradosso delle frange ambientaliste di sinistra, pronte a inveire contro lo Stato, ma non ad impegnarsi concretamente e sul campo per far cambiare il mondo che loro stessi dicono stia cadendo a pezzi.