Oggi, 6 luglio, la guida spirituale del buddismo tibetano compie 85 anni. Il Dalai Lama, solo pochi anni fa entrò nell’occhio del ciclone per aver sostenuto – durante un convegno in Svezia – che l’Europa dovesse, a fronte del fenomeno migratorio, tornare ad essere terra degli europei.
Parole forti e “politicamente scorrette” ma che valgono il doppio, visto che Sua Santità, dal lontano 1959, vive da esiliato in India, da quando il regime maoista cinese invase, depredò e oppresse il Tibet.
Dato che, negli ultimi giorni, le rivolte contro la dittatura cinese sono balzate alle cronache internazionali, è giusto, come ricorda il Deputato di Fratelli d’Italia Salvatore Deidda in un suo post Facebook, rispolverare la vicenda del Paese tibetano, in quanto cartina di tornasole dell’operato comunista.
Lo stesso, infatti, non solo ha occupato militarmente il Tibet, ma ne ha anche devastato le tradizioni e la cultura millenaria, annientando l’identità e la spiritualità del luogo. Il Paese resta ancora oggi soggiogato alle volontà di Pechino, violando le norme internazionali e facendosi beffa delle migliaia di vittime mietute. Tuttavia, nonostante le barbarie perpetrate dal mondo cinese nei confronti di quest’esile lingua di terra, tutto il mondo tace.
In compenso, non tace la sinistra, cha ha attaccato Sua Santità per le dichiarazioni sopraccitate, come ha ben spiegato l’Onorevole sardo. Evidentemente, mentre tutti si inginocchiano ai dettami del “pensiero unico”, qualcuno sceglie di restare in piedi e di continuare a difendere – in barba ai diktat progressisti – la propria identità di Popolo libero e sovrano.
Massima solidarietà verso un popolo che non esiste più.. Cinesi criminali allora e criminali oggi