“Sette miliardi di euro bruciati. Sette. Nel nome del tax credit cinematografico, la sinistra ha costruito una mangiatoia indecente: pellicole mai uscite, flop clamorosi, progetti privi di ogni traccia pubblica. E persino 863 mila euro sono stati consegnati a una produzione legata a un cittadino americano, presunto assassino, arrestato per omicidio, attraverso documenti falsi. Un film mai girato. Fondi già spesi. I dati sono spietati e parlano da soli: “Prima di andare via”: 700 mila euro ricevuti, 29 spettatori in sala; “Ladri di Natale”: 2,7 milioni stanziati, 5.600 euro incassati; “Sherlock Santa”: 1,6 milioni ottenuti, 7.200 euro al botteghino; “The Painter Cat”: quasi 900 mila euro di contributo, nessuna distribuzione visibile; “Ciak, si mangia”: 4 milioni richiesti, 13 mila euro di incasso; Tra le spese segnalate: 80 mila euro di carta igienica inseriti tra i costi di produzione. Questi solo alcuni dei casi. Cifre esorbitanti, controlli lacunosi, documentazione insufficiente. E la Corte dei Conti? In silenzio. Nessuna verifica preventiva. Nessuna risposta ai contribuenti. È intollerabile tutto ciò. Come contribuente ancor prima di dirigente di partito, chiedo: la revoca immediata dei contributi sospetti; verifiche retroattive su ogni euro speso; chiarezza istituzionale e responsabilità amministrative. La cultura non può essere un pretesto per sprechi e rendite parassitarie. Ogni euro pubblico deve produrre valore per la Nazione. La sinistra continua a ostentare una presunta superiorità morale e culturale, ma i fatti raccontano altro: sprechi, silenzi e gestione opaca. Il tempo dell’ambiguità deve finire. Ora si cambia, e questo alla sinistra non va bene. Siamo passati dal reddito di cittadinanza a quello di cinemanza. O meglio: ‘cinemangia’”.
Lo dichiara il vice responsabile nazionale del Dipartimento Imprese e mondi produttivi di Fratelli d’Italia, Lino Ricchiuti.